Scandalo a San Siro: l’arbitro e un protocollo VAR cervellotico rovinano una grande notte di Champions League

Scandalo a San Siro: l’arbitro e un protocollo VAR cervellotico rovinano una grande notte di Champions LeagueMilanNews.it
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
martedì 11 ottobre 2022, 22:58Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

È davvero dura da accettare e da mandare giù, soprattutto perché è il secondo anno di fila. La trama è sempre la stessa, l’assassino indossa ancora una volta maglietta azzurrina e calzoncini neri. Il risultato ottenuto è identico.

Al minuto 18 James manda in profondità Mount, bravo a sgattaiolare alle spalle di Tomori: il numero 19 del Chelsea entra in area, resiste al tentativo di Fikayo di tornare avanti, arriva in area piccola e tira addosso a Tatarusanu. L’arbitro fischia, assegna rigore al Chelsea ed espelle Tomori, cambiando totalmente l’inerzia e la storia di una partita che aveva visto un Milan arrembante e padrone del campo.

Il fischio del tedesco Siebert lascia tutti di stucco, mentre il provvedimento disciplinare fa montare la rabbia. In realtà il colore del cartellino è l’unica “scelta giusta” dopo aver concesso rigore: il “fallo” di Tomori, una mano sulla spalla appoggiata due volte qualche metro prima che Mount calciasse, non rientra nella casistica degli interventi depenalizzati in caso di DOGSO (la “trattenuta” non è un tentativo di contendere la palla e quindi il rosso non viene depenalizzato a giallo). Quello che fa sinceramente arrabbiare è tutto il resto: da un normalissimo contatto considerato come fallo da rigore al solito, giurassico, protocollo VAR, che per non urtare la sensibilità e l’orgoglio di chi va ad arbitrare in campo lascia a lui l’ultima parola in diverse occasioni, e “l’intensità del contatto” è una di queste. La combo direttore di gara che prende fischi per fiaschi, più un regolamento che protegge chi scende in campo con il fischietto in bocca più che cercare di rendere il tutto più equo possibile risulta mortale. Quello di Tomori non era fallo, figuriamoci da rigore e rosso. La squadra di Pioli infatti passa i 2/3 minuti successivi al fischio a protestare, increduli, nei confronti del tedesco.

Siebert infatti da quel momento in poi perde completamente di mano il controllo della gara ed inizia a tirare fuori cartellini gialli a raffica, con poco senso logico, oltre che a cambiare il proprio metro più e più volte nell’arco di pochi giri d’orologio.

È un peccato, un peccato enorme, perché questa sera i presupposti per una gara di alto livello c’erano tutti: San Siro era indiavolato, il Milan era messo bene in campo e il Chelsea è un avversario fortissimo. E così dopo l’orrore di Cakir dello scorso anno la squadra di mister Pioli è costretta a subire un’altra decisione scellerata che scontenta tutti.

Ora la domanda, che permea le menti di molti da parecchio ormai, è la seguente: perché si possono mettere in discussione dirigenti, allenatori, calciatori ma mai gli arbitri? Perché questo organo calcistico, elemento importantissimo nello svolgimento di una partita, non può essere mai soggetto a cambiamenti e rivoluzioni? Com’è possibile che per la seconda volta nella storia recente della Champions League il Milan deve vedersi rovinato un percorso, tecnico e soprattutto economico, da un qualcuno che al termine dei 90 non subirà nessun tipo di conseguenza per la follia di questa sera?