Spagnoli in Italia, occhio Milan i precedenti sono terrificanti

Spagnoli in Italia, occhio Milan i precedenti sono terrificantiMilanNews.it
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mercoledì 29 agosto 2012, 16:00Primo Piano
di Luca Guazzoni

Il primo fu Luisito Suarez, seguito a distanza di qualche giorno dal meno noto (e sottovalutato) Juan Santisteban. Di cosa si sta parlando? Dei giocatori spagnoli in Italia. Proprio come Bojan Krkic. E a guardare i primi nomi non ci si potrebbe nemmeno lamentare troppo visto che Suarez era il fulcro della Grande Inter e il buon Santisteban (dopo aver vinto Coppe Campioni a nastro con il Real) fece buone cose a Venezia. Poi arrivarono Luis del Sol e Joaquìn Peiro. Altri due che vinsero - e tanto – nella squadra senza colori di Torino e nell’Inter.
Un ventennio di nulla e poi l’immigrazione riprese. Con aria di tregenda. Perché da Victor Munoz – meteora alla Sampdoria alla fine degli anni ’80 – a Victor Ruiz – affare di Bigon a Napoli – la lista degli iberici in Serie A è lunga. E con risultati ben sotto la sufficienza. Una trentina di nomi che comprendono veri oggetti di culto per gli amanti del trash come Ivan Helguera, suo fratello Luis, Roberto Delgado o Diego Tristan. Tanto per non scomodare i grandi classici: Guillermo Amor, Ivan de la Peña, Javier Farinos, Javier Portillo e, dulcis in fundo, Gaizka Mendieta, la sassata finale sui bilanci creativi della Lazio di Cragnotti.
E a Milanello la solfa non è migliore: scampato l’acquisto del bidone Gerard Lopez (24 milioni al Barça) e ringraziando i cugini per lo scippo del sopracitato Farinos (19 milioni di motivi per sorridere), alla corte del Milan sono approdati Josè Mari e Javi Moreno.

E gli incubi tornano a galla. Josè Mari, mister 40 miliardi, lo si ricorda per il capello lungo e la faccia da narcotrafficante, Javi Moreno per le movenze da topo e l’incredibile assenza del collo.
In 25 anni in pochi si sono salvati. Sostanzialmente due: Rafael Martin Vazquez che trascinò il Torino fino alla sfortunata finale di Coppa Uefa contro l’Ajax – quella della famosa scena di Mondonico e la sedia – e Josep Guardiola, arrivato sbiadito nel Brescia di Baggio ma pur sempre con la mente geniale di Pep. E osservando il loro rendimento, una sola considerazione: entrambi hanno fatto meglio al secondo anno, scontato lo scotto dell’adattamento, che al primo.
E questo si augurano i tifosi del Milan per Bojan Krkic. Un sophomore (tanto per definirlo all’americana), un ragazzo che ha già vissuto una stagione in Italia. Con i suoi carichi di lavoro e il suo tatticismo sfrenato. E che dopo i 7 gol realizzati nella Roma di Luis Enrique – un altro che con l’Italia avrà sempre un rapporto altalenante -, lo spagnolo possa andare in doppia cifra e mantenere le promesse. Sfruttando magari il suo retaggio serbo. Gente che qui si è sempre trovata bene. Savicevic per credere.