"Voglio fare la storia del Milan come Baresi e Maldini". Thiago, è giunto il momento

"Voglio fare la storia del Milan come Baresi e Maldini". Thiago, è giunto il momentoMilanNews.it
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
venerdì 15 giugno 2012, 15:00Primo Piano
di Pietro Mazzara

Quanto peso prendono le parole di Thiago Silva pronunciate lo scorso 13 maggio in esclusiva ai nostri microfoni a margine della premiazione dei MilanNews.it Awards? Alla luce degli ultimi sviluppi, le ultime parole ufficiali rese dal difensore brasiliano a un media italiano diventano pesantissime perché sono la testimonianza di come il numero 33 rossonero non abbia forzato la mano per andare via dal Milan ma che è stata la società a voler ascoltare la proposta fatta dal Paris Saint-Germain. Una trattativa difficile che è naufragata nel momento in cui i parigini non hanno voluto accettare la tipologia del pagamento richiesta dal Milan e altre clausole accessorie che, insieme al colpo finale dato da Silvio Berlusconi, hanno posto la parola fine al tormentone di questo inizio d’estate a dir poco turbolento. Ma ritorniamo a quelle parole di Thiago dove il brasiliano si prendeva sulle spalle il peso della responsabilità della squadra:“Tutti i grandi giocatori hanno grandi responsabilità. Io ho una grande percentuale ma non ci sono solo io. Insieme alla squadra, se siamo concentrati su quello che dobbiamo fare e sugli obiettivi che ci vengono prefissati, possiamo fare delle grandi cose.

Il Milan non è solo Thiago Silva, abbiamo tanti giocatori di qualità per ripartire subito e fare bene. Con i giocatori che rimarranno e di qualità, come ad esempio Nocerino, che ha fatto benissimo, o Ibra, possiamo, come detto prima, ripartire subito per fare bene. Mi fa piacere perché essere accostato a Baresi mi fa molto piacere e spero di fare ancora bene perché io ho tanti motivazioni per fare bene qui. Spero di continuare a fare bene perché voglio ripetere la bella storia che ha fatto Franco qui così come l’ha fatta Maldini”. Adesso, caro Thiago, è arrivato il momento di rimettersi addosso quella casacca numero 33 con i colori rossoneri e che dovrai portare, come dice la mission presidenziale, ai vertici in Italia, d’Europa e del Mondo.