Ordine sul CorSport: "Allegri II, tutta un’altra storia. Non è una minestra riscaldata"

Ordine sul CorSport: "Allegri II, tutta un’altra storia. Non è una minestra riscaldata"MilanNews.it
Oggi alle 09:39Rassegna Stampa
di Enrico Ferrazzi

Franco Ordine, sulle pagine del Corriere dello Sport, ha parlato così del Milan e del ritorno in panchina di Massimiliano Allegri: "L’obiezione è sulla bocca dei “no Max” e ricalca un antico luogo comune: il ritorno di Allegri al Milan? Ha il sapore della minestra riscaldata ripetono in coro. A parte il fatto che, specie nella cucina delle nostre nonne, il piatto di pasta riscaldato offriva un gusto irraggiungibile, nel caso di specie si commette un errore. Perché la storia del primo Allegri milanista è clamorosamente diversa dalla cronaca del secondo Allegri rossonero che si appresta a tagliare il nastro del campionato di serie A con la presentazione alla stampa di lunedì 7 luglio. Durante l’estate 2010 Allegri proveniva dall’esperienza di Cagliari dove, partito con 5 sconfitte di fila, rimase sulla panchina grazie alla stima di Cellino presidente e questo gli valse - grazie al primo pareggio proprio contro il Milan - di risalire la china e centrare la salvezza. A sceglierlo fu Adriano Galliani che lo presentò ad Arcore così: 'Ha il fisico del ruolo'. Il primo giorno in rossonero, seduto al fianco di Silvio Berlusconi, Allegri non disse nemmeno una parola lasciando che i riflettori rimanessero puntati sulle dichiarazioni del presidente. Prim’ancora di cominciare aveva già capito tutto. Poi parlò il calcio e dopo una prima sbandata (a Cesena, con il rigore sbagliato da Ibra) il Milan prese il volo verso lo scudetto. Due le intuizioni decisive: Boateng trequartista e il centrocampo dei 3 mediani (Flamini, Van Bommel, Ambrosini) varato a Bari a causa del lunghissimo infortunio muscolare di Pirlo. L’anno dopo, quello del gol di Muntari, il Milan perse il duello con la Juve di Antonio Conte per via dell’accidente toccato a Thiago Silva nel finale del torneo ma il suo vero capolavoro fu il terzo posto (con Champions) conquistato la stagione dopo segnata dalle cessioni eccellenti di Ibra e Thiago e l’addio strappa-lacrime dei senatori (Nesta, Gattuso, Seedorf, Inzaghi etc.). L’esonero del quarto anno fu la conseguenza diretta della frattura interna avvenuta con l’avvento in società di Barbara Berlusconi: il Milan vinceva 3 a 0 col Sassuolo, finì 4 a 3 con Berardi mattatore e con un comunicato a sorpresa ci fu la fine del rapporto e l’addio contemporaneo di Ariedo Braida ds.

È animato da una grande motivazione e aiutato nell’occasione da una conoscenza approfondita del Milan della passata stagione. Quando cominciò a circolare la sua candidatura per sostituire Fonseca, non ha perso una partita di quel Milan appuntando pregi e difetti che gli serviranno per correggere il suo prossimo Milan. Ha potenziato lo staff storico (Magnanelli e Corradi i nuovi componenti), è partito per primo nel calendario dei raduni (il Napoli si ritrova il 16 luglio, l’Inter il 23), ha convinto Maignan a restare e progettato un team da assemblare con le sue idee ben scolpite. Di sicuro non insegue uno stile di gioco che 'piace alla gente che piace' ma un traguardo ancora più decisivo: fare di questo nuovo gruppo una squadra riportando alla luce i valori della tradizione milanista nei comportamenti dentro e fuori dal campo. Ci riuscirà? Lo vedremo. Di sicuro sarà una minestra dal sapore completamente diverso".