A Napoli per Theo, a Roma per Rafa

A Napoli per Theo, a Roma per RafaMilanNews.it
sabato 29 aprile 2023, 00:00Editoriale
di Mauro Suma

Prima del ritorno Champions di Napoli-Milan, la squadra si era stretta attorno a Theo Hernandez. Il branco lo aveva infatti preso di mira. E non solo lui. Perchè il branco non ha nessun codice d'onore di riferimento. Coperto, cosa mai degna di un Paese civile, dalla foglia di fico dei nick di ogni ordine e grado, privo di carte d'identità, di nomi e cognomi, in assenza di persone che scrivono quello che scrivono prendendosene la responsabilità come facciamo tutti noi, il branco era andato contro anche il suo affetto più caro, il suo bimbo, quello per il quale si era colorato i capelli proprio d'azzurro. C'era, è vero, quell'immagine forte, di Theo che sfoga la sua tensione all'andata per la conquista di un fallo laterale su Lozano. Un'immagine che può infoiare una folla di tifosi. Ma dato atto di questo, si era comunque andati oltre. Molto oltre, senza neanche bisogno di dirselo. Ma la squadra, proprio perchè la posta in palio era molto alta, la dignità e i valori di famiglia di un amico del gruppo, è rimasta lucida. Quando ci si batte per qualcosa di vero e di serio, non c'è bisogno di digrignare i denti. E nel ritorno, chirurgico, attento, applicato, dei rossoneri a Napoli, questo aspetto lo si è colto in pieno.

Anche a Roma, a pensarci bene, ci sarà bisogno di questo spirito, contro una squadra reattiva, nevrile, temperamentale, una squadra di barricata e di trincea. Questa volta il gruppo rossonero non deve proteggere e salvaguardare Theo dal branco, ma Rafa Leao dal baco. Sì, è proprio ed esattamente un bug quello che, incredibilmente e sorprendentemente, ha contaminato la critica italiana, facendola finire in un cunicolo sordo e grigio. Sapete, la tesi del buttatelo giù, in riferimento a Leao, non l'ho mica sentita solo in tv. In realtà, in maniera più imbellettata e agghindata, meno "iperbolica" e folkloristica, l'aveva già letta in precedenza su alcuni grandi quotidiani. Ma certo, la critica ai centrocampisti e ai difensori del Napoli: ma perchè non avete preso un giallo, quando è scattato Leao? Eccolo, il baco dell'ostruzionismo, della speculazione, del tanto peggio tanto meglio. Abbiamo un giocatore forte, giovane, sereno, sorridente, di prospettiva del nostro calcio, e noi cosa facciamo? Cerchiamo di fargli venire la nausea alla meglio, di fargli male alla peggio. Per fortuna, gli allenatori in Italia sono molto più bravi dei critici. Contro gli avversari di talento studiano tattiche e meccanismi, prendono contromisure, senza rifugiarsi nella ricerca di comodo del fallo sistematico. Ma ve lo immaginate un "ragionamento" del genere, come quelli sentiti e ahime letti su Leao, in Premier? Ecco perchè le squadre italiane hanno fatto un miracolo ad arrivare ancora vive alle battute decisive delle coppe europee: perchè attorno non hanno una cultura calcistica europea...ma son invece attorniate da questi pensierini qua...di piccolo cabotaggio...di corto respiro..,anzi di calcio ansimante e affannoso. Sapete cosa c'è? Che dopo aver visto Theo andare a consolare i giocatori del Napoli al momento della loro eliminazione senza esultare in faccia a nessuno, mi auguro che la Roma affronti Leao giocando. come sa fare, a pallone. E non alla riffa di quartiere.