Auguri Isma! Su la testa e fuori gli attributi, Leao o non Leao: gli errori si trascinano da mesi. Martedì con volontà e orgoglio almeno per i tifosi. SOS Maldini

Auguri Isma! Su la testa e fuori gli attributi, Leao o non Leao: gli errori si trascinano da mesi. Martedì con volontà e orgoglio almeno per i tifosi. SOS MaldiniMilanNews.it
venerdì 12 maggio 2023, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Più delle ossa rotte, turbano i fantasmi che si agitano sin dall'estate 2022. E' da lì, che il Milan campione d'Italia ha iniziato - già nelle primissime amichevoli - ad andare sotto pronti via, appena dopo il fischio d'inizio. Leao o non Leao. Vezzo che è proseguito per tutta la stagione. Fame? Concentrazione? Rosa? Lacune, semplicemente. Anche mentali, certo, perché poi in qualche snodo la squadra si è rialzata. Leao o non Leao. Con l'Inter, oltretutto, il bilancio delle ultime 3 partite è sconcertante: pronti via segnano sempre loro, 3 sconfitte consecutive, parziale di 6-0, faccia smarrita e pallida, reazione sterile. Leao o non Leao. Onana in 270' ha assistito senza biglietto, Maignan ha evitato figure peggiori. Riassunto estremo, riassunto reale comunque. 

Dopo di che, si è aggiunto il problema dei gol che i rossoneri non riescono più a segnare se non con il contagocce. E' stavolta invece Leao e solo Leao, che li faccia lui o che li faccia fare a Giroud, sempre e solo Leao. Dall'altra parte Dzeko, Lukaku, Lautaro. Per non dire degli altri: un paio di reti Saelemakers, un paio Bennacer, qualcuno Hernandez, ogni qualche mese Messias. Ma rispetto a Barella, Mkhytarian, Di Marco, il turco, poca roba. Problema anche strutturale, quindi, perché in attacco sono scomparsi Ibra e Rebic senza mai apparire Origi e CDK. 

L'Inter (che in 2 serie A per 2 anni non è riuscita a fare meglio di Milan e Napoli, perdendo ben 15 partite su 72) da 3 gare domina i derby in lungo e in largo fisicamente, tecnicamente, tatticamente. Accorgimenti, contromisure, adattamenti, se erano predisposti non si sono visti, se erano in atto sono stati spazzati via. Al primo alito di vento, al primo corner... Altra nota dolente: l'atavico problema dei calci piazzati. Su quelli avversari, sempre una sorta di terrore perenne; su quelli a favore, sempre una chiara sensazione di impotenza. Calci di punizione o calci d'angolo, non fa differenza. Se poi va Calabria a occuparsi di Dzeko, dopo 7' dall'inizio di una semifinale di Champions, non stiamo nemmeno più a parlare. A discutere. Su MilanNews e sulla pagina Facebook dei Casciavit ho trovato - come sempre - le analisi più equilibrate e meno tranchant di tutta la rassegna stampa. Si parla del modulo senza trequartista e con i 3 centrocampisti: quindi, all'uscita di Bennacer, probabilmente meglio contrastare con Pobega che spostare in mezzo Brahim. Concordo. Subito una seconda punta in avvio di ripresa: concordo. Siamo tutti allenatori sul divano o in tribuna, ma insomma un loggionista dopo 50 anni alla Scala, distingue dalle prime nota un bel concerto da un fiasco, al primo acuto un buon tenore o una buona soprano da due schiappe. Su Rebic, evidentemente mi sono arreso prima io di Pioli, ma quel Rebic 2020-2022 sarebbe servito come l'aria. Dove, come, perché sia sparito, non saprei davvero dire, ma non è certo colpa dell'allenatore. 

Nel mezzo, per carità, qualche scelta di formazione, un turnover forzato, una povertà di ricambi sotto agli occhi di tutti. Nonostante questo, nonostante intere settimane senza l'intera fascia, senza il portiere più forte del mondo e con un continuo rimescolamento dei centrali difensivi, almeno nel girone di andata lo scudetto è stato difeso nella sostanza dei punti e del piazzamento (sempre soli in scia del Napoli), salvo poi volare via con l'inizio di questo tortuoso, asfissiante 2023. 

Alcune dichiarazioni dopo la prima semifinale mi hanno sorpreso: il Milan che non parla di arbitri neanche quando subisce torti macroscopici, lo fa dopo una serata così devastante dove lo spagnolo Manzano ha inciso poco o nulla (e alla fine l'errore più grosso, il rigore regalato ai nerazzurri, lo ha cancellato grazie al VAR). Parlare di approccio in una semifinale di Champions in cui nella prima mezz'ora l'avversario ti fa 2 gol e te ne può fare altri 2 o 3, è destabilizzante anche per chi - come me - non perde né fiducia né tanto meno stima per quello che in questo club sta accadendo da 4 anni a questa parte. 

Domanda a Paolo Maldini nel prepartita di mercoledì: il Milan è pronto per rimanere a questo livello? "Secondo me no, ma quello che cercavo di spiegare alle due proprietà americane che ho avuto è che questo club è speciale e questa città è speciale, e molto spesso i processi sono più veloci. Bisogna cogliere l'attimo, perché se lasciassimo scappare questo momento e non provassimo a raggiungere il gradino, più alto sarebbe un vero peccato e a volte fai anche due passi indietro". Un chiaro monito, se non proprio un SOS, destinato a dare al prossimo mercato uno colpo d'ala deciso e netto: servono come il pane qualche cessione, un centravanti, un centrocampista, un esterno e un terzino. Fatti e finiti.

Il mercato è una strana bestia, dove il genio di oggi è lo stesso che aveva portato a Napoli Malcuit, Verdi, Ounas, Rog e che un anno ingaggiò il solo Ancelotti come top-player, ma che poi ha scoperto Khvaratskhelia, Kim, Anguissa, Lobotka eccetera. Tanto per citare un esempio. Ti va bene con Maignan, Kalulu, Tomori, Theo, Bennacer, Tonali, Leao, toppi con Vranckx, Dest, Adli, Origi e aspetti ancora CDK. Ricordo bene che per 2 anni consecutivi i tastieristi rossoneri imploravano Belotti e Renato Sanches... Spariti da radar, nel frattempo. Lo scouting del Milan è preparato ed efficiente, non si possono invidiare né i Giuntoli né i Marotta, ma qualcosa di più alto nell'estate 2023 bisognerà fare a prescindere. Maldini ha ragione. 

Spezia è uno snodo vitale per la Champions dell'anno prossimo, stavolta ragazzi non sono concesse deroghe: vincere. Poi, martedì, con determinazione, testa, cuore e orgoglio: se non per rimontare, almeno per i tifosi. Perché bisogna sempre crederci fino in fondo, ma sarà proprio in fondo che si faranno i bilanci. 

Auguri a Ismael Bennacer, di cuore. Mancherà tanto.