Avanti con Zlatan. Perché ragazzi, perché?
L'ambasciatore degli Stati Uniti d'America presso la Repubblica Italiana non sta al fianco di un finto proprietario o di un finto imprenditore. E la stessa cosa riguarda il signor Console. Non lo sottolineo per usare la circostanza solenne contro, assolutamente, gli inquirenti della Procura milanese per il lavoro che stanno legittimamente facendo e che hanno ritenuto, essendo al servizio delle istituzioni del nostro Paese, di dover intraprendere. Mi riferisco a quei poveri piccoli odiatori che al di fuori questo lavoro prendono a pretesto e sul quale soffiano per prendersi goffe, quanto improbabili ma è solo una previsione, rivincite personali.
Sono quelli che non ti guardano in faccia, che guardano sempre a terra e che sul presidente Comolli sono costretti di fronte al proprio specchio e alla propria coscienza a inventarsi una frenata. Che non c'è stata, perché non c'è mai stata una accelerazione, non c'è mai stato, spiacenti, nulla di nulla. Il Milan ha dentro di sé tutte le competenze possibili per far fronte alla prossima stagione, quelle visionarie della proprietà, quelle istituzionali del presidente Scaroni, quelle di competenza e di intensità di Giorgio Furlani, quelle di conoscenza e di ispirazione di Geoffrey Moncada, quelle di lavoro e di duttilità di Antonio D'Ottavio. Non ho citato Zlatan Ibrahimovic, ma lo faccio ora. Vi sarete accorti che, nel mio piccolo, non l'ho mai preso a scatola chiusa Zlatan dal giorno de suo ritorno rossonero.
Anni fa lavorai una intera giornata, era l'estate del 2000, con Silvio Berlusconi e Adriano Galliani: mi spiegarono, mi insegnarono, mi illustrarono, fin nel dettagli, la differenza fra campo e scrivania, e come deve essere declinata, scandita, vissuta e portata avanti professionalmente. E allora ho preferito, nel mio piccolo, aspettare. Lo faccio oggi, dopo una brutta, deludente, cocente sconfitta come quella con la Roma. Con Zlatan il Milan non si è messo in casa un grande ex, ma una persona intelligente, sensibile, un alto dirigente tutto votato al bene del Milan, rispettoso delle persone del team, del lavoro del team, fino ad esserne lui stesso parte. Da questo momento in poi sono ufficialmente ottimista per la prossima campagna acquisti, dopo quella, molto positiva, della scorsa estate. Perché c'è anche Zlatan e Zlatan farà bene per quanto di sua sensibilità, di suo raggio d'azione e di sua responsabilità.
Penso alla prossima campagna acquisti, non perché considero questa stagione già finita. Ma perché dovremo lavorare su un aspetto della nostra squadra che sta scandendo troppe delle nostre notti insonni. Perché quando siamo spalle al muro sbocciamo e diamo il meglio di noi stessi, quando invece dobbiamo fare la nostra di strada e prendere il volo, abbiamo quasi pudore di vivere le partite con intensità? Perché? È il Mister che deve dare la carica, mi direte voi, è la sua personalità, il suo carisma, la sua energia che contano in questo senso. Ma questa è una formuletta, un luogo comune che va bene per tutte le minestre, per tutti i frullati e per tutte le stagioni.
Ma il calcio non può essere riconducibile ad un bigino, ad un prontuario. Il calcio è quella cosa insondabile nella quale l'Atalanta perde a Cagliari contro una squadra italiana in lotta per la salvezza e pochi giorni dopo fa la storia sbancando alla grande Anfield sul campo di una autorevole pretendente al titolo della Premier League. E allora ragazzi perché? Perché evaporiamo? Perché De Rossi è bravissimo a mettere le ganasce a Rafa e Theo e il Mister non trova alternative? E che alternative trovi, non puoi mettere uno in porta e uno in difesa per disorientare Celik ed El Shaarawy. Ho sempre voluto molto bene a Stephan e per quanto è stata lancinante la delusione di giovedì sera, ho amato la sua corsa, il suo spirito, la sua continuità. E ho ricordato al tempo stesso le fregnacce che i sentenziatori milanesi una decina d'anni fa mettevano in giro sul suo conto. Professionista vero e grande innamorato del calcio, El Shaarawy. Gentaglia quella che straparlava di lui all'epoca. Adesso, vediamo domani. Domani è fondamentale. Perché non si prepara bene il ritorno a Roma se si fa male o si sottovaluta domani. Ragazzi! Forza!!!
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 8/08 del 22/04/2008
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore editoriale e responsabile: Antonio Vitiello
© 2024 milannews.it - Tutti i diritti riservati