Ci stiamo facendo del male Pioli primo, Abate primo

Ci stiamo facendo del male Pioli primo, Abate primoMilanNews.it
sabato 14 ottobre 2023, 00:00Editoriale
di Mauro Suma

Con comodo e a suo piacimento. Così un signore che fa nomi come gli pare e quando gli pare è diventato il padrone del calcio italiano. E' diventato lui, da giudicato a giudice, l'arbitro dei destini e delle carriere di ragazzi sull'orlo del baratro umano e professionale. E se questo è l'ombelico dei social e dei media di tutta una nazione, stiamo freschi. E' una storia pessima, da qualunque lato la si guardi. Mi metto nei panni di chi pianifica e investe, di chi si inventa di tutto, dagli aumenti di capitale agli stadi nuovi, dai bond alle cessioni dolorose, pur di tenere in piedi le varie baracche che fanno acqua da tutte le parti del mondo del calcio, quello che amiamo e che è per tutti noi ragione di vita. Per poi scoprire che tutti i debiti che massacrano e sbancano i bilanci dei club calcistici vengono fatti per scoprire questo mondo, di malaffare e di pregiudicati, di leggerezze e di debolezze, di superficialità e di irresponsabilità. Da ragazzino, avevo poco più di 21 anni, ed è durata per un annetto, avevo scoperto il brivido delle corse ippiche (Russian Lady la mia regina e Supreme Comfort il mio incubo) e il fascino della puntata, poche lire per un giovanetto appena uscito da scuola, ma tanta esperienza, utilissima ancora oggi. Ormai ahimè tanti anni fa ho capito perfettamente e nitidamente che a quel tipo di gioco, e di giogo, non vince mai nessuno. Si perde e basta. Esattamente come stiamo facendo tutti, senza distinzioni, in questi giorni e in queste ore di totale abbruttimento. Perdiamo e basta. Facciamo del male alla nostra dignità a star dietro alle parole di certi individui e perdiamo solo tempo a inseguire i tweet dei peggiori bar di Caracas. Cerchiamo di uscirne senza fare i Torquemada e ricacciamo i ventriloqui nel loro dimenticatoio. Perchè se fosse solo gente di quel tipo a vincere questa partita, sarebbe molto più tragico che comico. Massimo rispetto per le indagini serie e meticolose, mancherebbe, così come tanta sensibilità per i destini di ragazzi inseguiti da demoni più grandi di loro. Ma anche, scusate, che i guitti si intervistino fra di loro lontano dai nostri occhi. Per carità di Dio.

Non so se la nostra vita sia illusione o realtà, ma si stava meglio quando si stava peggio. Solo sei giorni fa, domenica scorsa, non aveva prezzo gustarsi l'effetto che faceva il primo posto rossonero. Rispetto allo scempio emerso subito dopo, era molto meglio vedere lo spettacolo di chi si agitava fra furti e assassinii vari, pur di fare negazionismo anche stavolta. Nel 2021 il Milan arrivava secondo "ma solo perchè gli stadi erano vuoti", nel 2022 il Milan vinceva lo Scudetto e oggi invece  con una insospettabile e clamorosa mancanza di rispetto "Non sa nemmeno come ha fatto". Nel 2023 il Milan era in semifinale di Champions League ma era scarso e si beccava le linguacce per aver perso i derby. Oggi il Milan è primo ma ecco il pronto soccorso del Ministro: "Il Milan ruba". Quanta educazione, quanta sensibilità, quanto obiettività in giro quando si parla di Milan. Anche se forse è il prezzo da pagare per essere orgogliosamente fuori da certe stanze e da certe cripte. E' il destino di chi ha scelto, e ne sono felice ed orgoglioso, che l'unico peso che vuole avere non è quello politico ma quello delle idee e del coraggio. Dite che c'è ancora spazio per dire che a questa stramaledetta pausa di ottobre, ci siamo arrivati da primi sia in Serie A che nel campionato Primavera? Il calcio di oggi e il calcio del futuro, solo calcio di campo e senza giochi delle tre carte. E potremo anche forse aggiungere che siamo felici degli spazi di innovazione che continua a perlustrare Stefano Pioli, ma anche dell'amore per il calcio e della passione per lo stile del gioco che ha Ignazio Abate? Ma sì dai, facciamolo, tanto chi è in assoluta minoranza non fa danni e non fa tendenza. A proposito, la maggioranza, quella delle camarille e delle ronde ve la lascio. Quale? Quella che in due righe è stata scolpita e scontornata una volta per tutte e una volta per sempre ieri, proprio qui, da Luca Serafini: "i giornalisti additati come tifosi in Italia sono pochi, la maggior parte di matrice rossonera. C'è un perché: siamo dichiarati. Gli altri fanno gli ultras con discrezione".