Con l'Uefa bisogna farsi sentire. Tutto resta aperto in Champions, ma bisogna cambiare registro. Ora vi state inventando anche il problema Tomori...

Con l'Uefa bisogna farsi sentire. Tutto resta aperto in Champions, ma bisogna cambiare registro. Ora vi state inventando anche il problema Tomori... MilanNews.it
venerdì 14 ottobre 2022, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Non sono un dirigente, non sono esperto di politica, nemmeno quella sportiva. Non so se il Milan abbia, in questi mesi, telefonato, scritto o parlato con qualche esponente Uefa, non a proposito degli errori, ma delle clamorose decisioni arbitrali che hanno così pesantemente condizionato il suo già faticoso cammino. Credo comunque sia necessario far presente, nei modi e con i toni opportuni, che il club rossonero non è la cavia di esperimenti né la vittima di schizofrenie inaccettabili nella massima competizione europea per club.

Detto questo, resta il fatto che dal ritorno in Champions i rossoneri hanno vinto soltanto 2 partite su 10, collezionato 9 punti su 30, perdendo 6 volte e pareggiando 2. Si può obiettare che con l'Atletico e il Chelsea l'esito sarebbe potuto essere assai diverso senza le espulsioni di Kessie e Tomori, ma la sostanza è che bisogna comunque cambiare registro quanto a intensità, ferocia, attenzione nei 90' e tra una partita e l'altra. Le 2 gare dell'Inter contro il Barcellona, sotto questo punto di vista, vanno additate ad esempio perché è con queste armi che i nerazzurri hanno compiuto le loro imprese, consentendo di esaltare le qualità dei singoli. Il loro atteggiamento nei 180' contro i blaugrana è esattamente quello che serve in Europa contro tutti gli avversari, forti o meno forti. Al di là del valore, del momento, della situazione: le coppe hanno da sempre il potere di ribaltare previsioni e pronostici. Bisogna volerlo e saperlo fare. 

Ora ci sono 2 settimane in cui sarà possibile allenarsi e preparare al meglio le partite con Verona, Monza e Dinamo Zagabria, recuperando magari un altro paio di infortunati e migliorando la condizione di Origi e Rebic che continuo a reputare fondamentali per cambiare l'esito delle partite, dall'inizio o in corso. Intorno alla squadra c'è l'entusiasmo incrollabile di San Siro e il sostegno quasi incondizionato della Curva, assai più caldi e presenti di molti tifosi tastieristi. Non mi sorprendo più del loro modo di vivere il tifo (e i social), nemmeno quando scopro che è proprio tra alcuni milanisti che esistono i più strenui sostenitori delle decisioni dell'invasato Siebert: per loro il rigore ci stava e l'espulsione di Tomori era la naturale, regolamentare conseguenza. Basta semplicemente non leggerli, non ascoltare e non dar loro alcun peso: contano di più i pareri unanimi espressi da opinionisti, allenatori, giocatori, ex arbitri e dallo stesso Mount, leale e onesto. 

Il fatto è che ora si insinua anche il problema, o addirittura il caso Tomori (dopo quello di CDK), il quale secondo alcuni avrebbe abbassato il suo rendimento. Incredibile avere in casa uno dei difensori più forti in assoluto e non capire. Il Milan ha perso Kessie in copertura, ha ora due trequartisti offensivi, ha cambiato pelle e (lo dice Pioli, ma lo vediamo tutti a occhio nudo) gioca più stabilmente e con più uomini nella metacampo avversaria. Il che naturalmente protegge meno la linea arretrata e impone recuperi impegnativi a campo aperto. Per di più, Fik sta giocando con un portiere diverso e con un compagno diverso ogni tre per due: una volta Kalulu, una volta Kjaer, una volta Gabbia. Qualche difficoltà è normale, fisiologica, ma metterlo in discussione per questo è miope e improduttivo. I problemi sono altri e Tomori non è tra questi: lui resta una soluzione. E che soluzione!