Coppa Italia: per vincere ci vuole un altro spirito. Numeri e valore di Theo, Leao e… Bastoni. Lo strano derby YongHongLi-Zhang

Coppa Italia: per vincere ci vuole un altro spirito. Numeri e valore di Theo, Leao e… Bastoni. Lo strano derby YongHongLi-Zhang MilanNews.it
venerdì 14 gennaio 2022, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Al piccolo trotto, con ritmi troppo compassati come si doveva evitare contro un Genoa molto libero di testa, il Milan va sotto senza battere ciglio poi si scuote e ribalta con Giroud, Leao e Saelemakers, ma la sensazione della notte contro Sheva (che emozione!) ha avuto lunghi tratti da tradimento. Per i 5000 intirizziti di San Siro, per lo spirito che deve contraddistinguere una squadra affamata, per quello che da 2 anni Pioli sta facendo con questa squadra. Teniamoci il passaggio del turno, abbracciamo con amore Sheva, ma alziamo livello e registro. Come hanno fatto Kalulu, Florenzi, Tonali e il cecchino Giroud. E poco di altri. 

I numeri di Theo Hernandez sono strabilianti per un terzino sinistro: 102 partite, 19 gol e 18 assist da quando è al Milan. Ancora qualche blackout quando parte dalla difesa, ma insomma le cifre lo collocano già nell’Olimpo europeo. Così come Leao sta vivendo una consacrazione anelata rispetto alle doti che ha sempre dimostrato di avere. Pioli ha la risposta pronta quando gli si parla di queste crescite dei suoi giocatori: il lavoro. E la testa, aggiungo, perché quella ti consente di vivere seriamente la vita di campo e quella privata. Quando però si fanno valutazioni di mercato su fenomeni di questa levatura, bastano una o 2 partite a far lievitare i presunti prezzi. Come in borsa. Come in borsa, però, gli eventi estemporanei determinano la volatilità, ma le fondamenta fissano i parametri più credibili. Scrivo queste cose perché la diatriba tra quanto vale Hernandez e quanto vale Bastoni, accomunati da pagine e servizi dopo le loro prodezze con Venezia e Lazio, hanno avvelenato ulteriormente (solo dal punto di vista dialettico) una sfida che dovrebbe restare circoscritta a risultati e classifica. 

Il germe della rosicatura invece gira tra i milanisti, anche per le notizie (e le voci) che si rincorrono sulla stampa specializzata rispetto ai bilanci nerazzurri e al differente trattamento riservato dai media, a suo tempo per Young Hong Li e oggi per Zhang. Perché non riusciamo a goderci quanto di buono stanno facendo i rossoneri, in società e a Milanello, per riportare il club alla competitività e alle vittorie che competono loro? Perché ce ne frega del vicino? Pagano o non pagano stipendi, cartellini e fornitori: quindi? Se è vero, prendiamocela con gli organismi preposti ai controlli. Altrimenti, si vede che le cose stanno andando come devono andare. Mi sommergono (non solo io) di domande su bond, bilanci, debiti, conti dell’Inter: non so nulla e francamente da giornalista leggo, mi tengo informato, ma non ho strumenti per inchieste o indagini. Mi occupo di calcio, la finanza mi interessa per hobby e per blindare la mia piccola pensione. Il resto è algebra, a me sconosciuta. L’unica cosa che conta è il derby ormai prossimo: San Siro deciderà la svolta, non la stampa né tanto meno i social. Godetevelo.