Da dove arriva quest'aria nuova. Ricci-Leao, i vedovi. La Juve, uno sfizio... San Siro, ci saranno altri colpi di scena. Riecco la Curva, grazie anche allo spogliatoio

Al di là dei risultati e delle statistiche, così risibili dopo una manciata di partite, quello che si vede nel nuovo MIlan di Allegri è lo spirito: regala un senso di squadra, si applica con attenzione, si sacrifica lottando con abnegazione. Sono doti che portarono i rossoneri allo scudetto, a 2 secondi posti, alle semifinali di Champions. E le medesime che sporadicamente, nell'ultima stagione, consentirono le imprese di Madrid e in Supercoppa.
Dell'impianto di gioco si è parlato molto, plasmato sui giocatori a disposizione in estate e poi con le scelte finali di mercato. Fanno sorridere le perplessità sullo scarso utilizzo di Ricci quando si sa che Modric ha un anno di contratto e casomai, raggiungendo la Champions per la prossima stagione, al massimo ne farà un altro: al suo fianco l'ex torinista può solo imparare e migliorare, il futuro è suo. Come fanno sorridere i punti di domanda su Leao al fianco di Pulisic: l'attacco era il reparto più scarno, ora con Rafa, Gimenez e Nkunku che hanno un solo posto a disposizione - secondo me invece saranno due - c'è addirittura un problema di abbondanza. L'assenza di coppe europee non incide (purtroppo) sulle scelte di Allegri, il quale ha in mente l'equilibrio e la stabilità della squadra: il che inevitabilmente prevede che un po' tutta la rosa si senta coinvolta costantemente. Essenziale, piuttosto, è che chi subentra alzi il livello quanto meno dal punto di vista dell'intensità, cosa che sabato scorso con Athkame e soprattutto Loftus Cheek non si è percepita. Critiche anche per Leao, ma Rafa non giocava da un mese e mezzo...
La Juventus è un altro test probante sul cammino. E' reduce da una singolare pareggite, subisce qualche gol di troppo, non ha ancora definito la prima linea: resta comunque una squadra compatta, con idee chiare sebbene non sempre riesca a metterle in pratica. Servirà ricorrere alla qualità, alla mentalità espressa da Lecce in poi: per la classifica, ma soprattutto per consolidare fiducia, autostima, convinzione. Uno sfizio che Pioli si è concesso più volte, battere la Juventus, vincere a Torino: giocando da squadra, come sta accadendo adesso.
Si è conclusa l'annosa questione dello stadio, almeno per quanto concerne l'aspetto burocratico. San Siro è stato venduto a Milan e Inter, sarà abbattuto, le società - uniche in Europa ad aver vinto 10 Champions in 2 - continueranno ad avere una sola casa. Vedremo quando sarà posato il primo mattone, vedremo quando sarà scavallata la montagna di ricorsi, di altri ammennicoli burocratici, altre interferenze politiche. Nel frattempo sarà curioso vedere cosa se ne farà il Milan dell'area di San Donato e, soprattutto, quale sarà la partecipazione di Oaktree e RedBird nel nuovo progetto. Vista la sommarietà, il disorientamento continuo con cui è stato gestito questo quinquennio, saranno inevitabili altri colpi di scena. Di sicuro pensavo e speravo che sarebbe finita in un altro modo: ognuno a casa sua, non per mere questioni di cortile, ma per la storia.
A proposito di San Siro: è tornata la Curva Sud che con la Fiorentina riporterà anche bandiere e striscioni. Sono stati fitti i rapporti tra società, Procura, Questura e direttivo in queste settimane: un ruolo importante lo hanno avuto anche Allegri e i giocatori, tutti, che hanno spinto per riaverla e per poterla riabbracciare.

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