Eppure il segreto è in difesa... Al Var dialoghi da bar. Gimenez pensi a De Ketelaere. Le rinunce della Curva. A San Donato ci credono ancora. Per chi tifa Abatantuono?

Eppure il segreto è in difesa... Al Var dialoghi da bar. Gimenez pensi a De Ketelaere. Le rinunce della Curva. A San Donato ci credono ancora. Per chi tifa Abatantuono?MilanNews.it
Oggi alle 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Ho ricevuto da amici una statistica elaborata da Opta per ‘La Gazzetta dello Sport’. Riporto fedelmente i numeri: in questo primo scorcio di stagione, nei maggiori campionati europei il Milan è la squadra difensivamente più solida avendo concesso solo 0,23 opportunità di gol agli avversari (Nantes 0,46, Atletico Bilbao 0,50, Newcastle 0,53, Bayern 0,54) con solo 16 tiri concessi in 3 partite (St. Pauli 23, Roma 25, Barcellona 25, Newcastle 26). 

Non significano nulla dal punto di vista pratico, primo perché sono dati riferiti a pochissime partite, secondo perché solo il Bayern - tra le squadre citate - è in testa alla classifica e nessuna delle altre è nemmeno sul podio, a parte il Barcellona 2°. Una cosa però i numeri evidenziano in modo abbastanza chiaro: nonostante il pacchetto arretrato sia quello più discusso della squadra rossonera, Allegri sta lavorando su una compattezza e una solidità diverse, anche grazie al lavoro dei centrocampisti, ma senza rinunciare a un buon numero di giocatori offensivi. Per arrivare in alto bisogna anzitutto non prendere gol, il che non significhi non giocare bene e infatti contro Lecce e Bologna il Milan lo ha fatto. Con i rossoblù in particolare, la partita è stata sotto controllo dal primo all'ultimo minuto, nonostante la lettura celebrativa degli avversari in presa diretta: 0 tiri in porta della squadra di Italiano, un gol, 2 pali e una traversa per i rossoneri. I quali - avessero usufruito di almeno uno dei 2 rigori e mezzo negati dal team arbitrale - avrebbero meritato di imporsi con uno scarto più ampio.

Degli errori marchiani dell'arbitro e dei suoi assistenti al VAR si è già parlato molto e verranno sospesi, così come si è parlato molto del dialogo surreale tra i varisti e il direttore di gara. Quello che non si è detto è in quale lingua si siano espressi durante la consultazione ai monitor: di sicuro non era italiano. Frasi sgrammaticate, confuse, con un paio di strafalcioni pacchiani. Quindi oltre al regolamento, consiglio a Mercenaro, Fabbri e compagnia di farsi una bella ripassata di sintassi durante la sosta forzata che si sono meritati.

Gimenez resta sotto la lente di ingrandimento. Necessita di trovare scioltezza e tranquillità: ha difetti tecnici evidenti come il primo controllo, ma anche doti indubbie su cui lavorare. Gli consiglio di farsi raccontare la storia di De Ketelaere, se vuole, ma anche quella di Tonali: il primo è stato mandato via dopo un anno, il secondo è rimasto solo perché lo ha chiesto, dando grande prova di professionalità abbassandosi lo stipendio. Aspettare Gimenez è un obbligo, sta a lui non tardare ancora.

La Curva Sud non ha mai smesso di lavorare per tornare ad occupare il suo posto a San Siro. La scorsa settimana avevo parlato di novità in vista, posso confermare che ce ne saranno a breve. Tra Milan, Procura e direttivo i colloqui sono frequenti: la Curva ha messo sul tavolo da subito varie rinunce che è disposta ad affrontare, altre ne ha aggiunte in questi giorni. Tiepide speranze, più che ottimismo, sul ritorno. Non possiamo restare senza canti, cori, bandiere, coreografie, ma dobbiamo anche avere regole precise e rispettarle. 

Sembra si facciano passi avanti verso il nuovo stadio di San Siro, che personalmente sono destinato casomai a vedere da settantenne se ci arriverò, ma per certo a San Donato non si arrendono: molti soldi sono già stati spesi dal Milan, molti lavori sono già stati fatti, molte iniziative sono già state assunte. Siamo in Italia: di mezzo ci sono politica (soprattutto) e burocrazia, appalti e comitati, dunque non si può essere sicuri di nulla. Specie con un sindaco smarrito come quello milanese. Di sicuro, ripeto, l'ipotesi San Donato non è mai stata abbandonata. Non entro però nelle pieghe delle contraddittorie cronache di questi ultimi giorni.

Mi hanno chiesto in molti, via social e non solo, un'opinione sul mio amico Diego Abantuono, il quale ha espresso il suo raffreddamento nei confronti della gestione del Milan: non è la prima volta, in questi ultimi 2 o 3 anni. Una volta disse che tifava Atalanta, adesso Como per il gioco, la società ma anche in omaggio alla preziosa collaboratrice Laura, grande amica lariana (peraltro milanista sfegatata...). Onestamente, Diego dice cose che leggo e ascolto da 2 anni da moltissimi tifosi, assai più feroci: disamorati, svuotati e disillusi da questa epoca rossonera, anche se lui lo fa in maniera provocatoria e colorita. Non credo si arrabbierà se rivelo che nel privato resta rossonero fino al midollo e - soprattutto - che quelli più in disaccordo sono i suoi figli Matteo e Marco. Milanistissimi sfegatati, come la comasca Laura...