Forza Ringhio! Spendere molto, spendere bene… Il panettone per Allegri. La gestione di Gimenez. Quando torna la Curva. Carraro e lo scudetto di Calciopoli 

Forza Ringhio! Spendere molto, spendere bene… Il panettone per Allegri. La gestione di Gimenez. Quando torna la Curva. Carraro e lo scudetto di Calciopoli MilanNews.it
Oggi alle 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Anzitutto in bocca al lupo a Rino Gattuso, riportaci ai Mondiali! 
Spesi 165 milioni (terzo club europeo dietro ad Atletico e Leverkusen, inglesi escluse), incassati 170. Se ne sono andati - tra cessioni, prestiti e altro - 26 giocatori, ne sono arrivati 10. Una rivoluzione. Allegri dovrà inventarsi panettone e canditi: ingredienti, dosi e tempo di cottura perfetti per conquistare un posto al tavolo dei nobili, come racconta la leggenda milanese del pane di Toni, cuoco di Ludovico il Moro. 
Oggi che il mercato è concluso, resto più che mai dell’idea che Max fosse la soluzione migliore per la panchina rossonera: da vecchio bucaniere, è rimasto impassibile nel mare agitato delle trattative andando a motore, a remi o a vela a seconda dei venti. Il povero Igli Tare si è trovato tra l’incudine del tecnico che forgiava il ferro incandescente, i martelli di Busardò e Moncada che picchiavano random, la calcolatrice di Furlani. 
Non ho mai pensato che spendere tanto significhi comprare bene, vale anche quando si acquistano cibi, vino e vestiti. La rosa rossonera è zeppa di punti di domanda su cognomi, moduli e ruoli che l’allenatore dovrà trasformare in punti esclamativi. In un quadro societario così variegato, solo Allegri poteva affrontare l’impresa. Buon lavoro. 
A conferma delle molte perplessità non tanto sul risultato finale (specie a centrocampo e parzialmente in attacco), quanto sulle strategie, il teatrino Gimenez consumato a ridosso di Lecce-Milan è stata un inedito sorprendente e poco gradevole. Allegri che glissa la domanda sul messicano, Tare che - a bordo campo in diretta tv - serenamente lo pone al centro di uno scambio con Dovbyk. Dall’altra parte del mondo tuona Santiago (giustamente, anche se i genitori dovrebbero farsi abitualmente gli affari loro quando si parla di maggiorenni) il padre del centravanti. Non ci ha capito niente e noi con lui. La gestione mediatica del Bebote è stata davvero sconcertante, al pari di quella dei possibili sostituti per bocca dello stesso Tare: da Vlahovic a Hojlund in giù, è stato un susseguirsi di nomi, ombre e figure come nella galleria degli specchi di un luna park.

E alla fine è arrivato Nkonku, per dire. 
A proposito di Lecce. In Salento è tornata una squadra determinata e capace di lottare, rischiando poco e producendo parecchio. Ed è tornata anche la Curva, con striscioni e vessilli diversi, ma con la stessa voglia di cantare, tifare, partecipare. In trasferta ci sarà sempre, a Milano aspettiamo. Nessuna novità sul fronte di un dialogo possibile con il club: il ritorno di Adriano Galliani nei ranghi, l’unica strada percorribile, non è ancora imminente. Sta di fatto che San Siro senza Curva è il freddo, inanimato set di un film. Non può durare.
Il sindaco Sala continua la sua manfrina fondata sullo scaricabarile, accusando le proprietà di Milan e Inter di badare al business più che al resto, sulla questione del nuovo stadio. Che novità stupefacente, chi se n’era accorto prima delle dichiarazioni esplosive (a salve) del burattinaio di San Siro? 
A proposito di politica. Franco Carraro, il più duraturo e longevo uomo di potere italiano dopo Andreotti, si è accorto dopo 19 anni che lo scudetto di Calciopoli non andava assegnato. Ormai la questione è seppellita: a Torino continuano bellamente a sbandierare gli scudetti revocati, a Milano quello di cartone. Della giustizia in Italia si fanno spesso un baffo pregiudicati di ogni specie, figurarsi agnellini e smoking bianchi…