Il verdetto si avvicina. Le intuizioni decisive di Allegri e Tare. Ecco cosa spera di trasmettere Max

L’ultima volta fu nella stagione 2002-03, ormai oltre vent’anni fa. Il Milan non vince la Coppa Italia da troppo tempo, ha accarezzato l’idea a maggio scorso in finale contro il Bologna, ma è uscito dallo stadio Olimpico con le ossa rotte. I rossoneri ci riproveranno quest’anno con uno specialista della competizione. Max Allegri vuole arrivare a maggio a Roma e avere l’opportunità di alzare un trofeo, proprio come ha fatto con la Juve nella sua ultima esperienza. Il campionato è una lunga maratona ma la Coppa Italia non va assolutamente snobbata. Ecco perché in vista del match contro il Lecce ci saranno dei cambi ma la formazione non sarà del tutto stravolta.
Allegri vuole far capire alla squadra che ogni impegno va rispettato al massimo, non esistono partite abbordabili, il Milan ha già fallito troppe volte negli anni passati e pure contro il Lecce bisogna scendere in campo per dare tutto. Se Allegri riuscisse a trasferire questa mentalità a tutto il gruppo, allora il Diavolo potrà davvero essere tra i protagonisti della stagione. Ad esempio a Udine, sul 3-0 per i rossoneri, il tecnico toscano è letteralmente impazzito in tribuna stampa perché pretendeva maggiore attenzione da parte dei suoi ragazzi. Questo vuol dire essere un grande allenatore.
Il Milan ammirato contro Bologna e Udinese fa sperare in una stagione di rilancio, e se questo sarà possibile è anche perché sono stati realizzati un paio di acquisti di grande livello a centrocampo. Luka Modric è l’operazione per eccellenza di Igli Tare, fortemente voluto dal direttore sportivo albanese. I contatti telefonici, poi il viaggio in Croazia di persona per parlare con l’ex Real Madrid, sono stati passi decisivi per prendere il 40enne ex Pallone d’Oro. Modric lo ha voluto fortemente Tare, così come Allegri ha voluto a tutti i costi Adrien Rabiot. Se non fosse per Max il centrocampista francese non sarebbe al Milan. Le due operazioni che fino ad ora hanno cambiato il volto del Milan derivano da precise idee dell’allenatore e del direttore sportivo, consapevoli che per alzare il livello sarebbero serviti giocatori d’esperienza, e di grande qualità. E ora sarà importante dare continuità ai risultati, a partire dal doppio impegno contro Napoli e Juventus.
Questione San Siro, il momento del verdetto si sta avvicinando. Indipendentemente dal voto finale da parte del consiglio comunale sulla cessione o meno dello stadio a Milan e Inter, resta una brutta pagina della politica italiana e milanese. Abbiamo stadi vecchi e fatiscenti ma si guarda sempre e solo al proprio orticello. Solite battaglie politiche inutili che fanno rimanere questo Paese nell’arretratezza e mediocrità. Poi però quando San Siro viene bocciato dall’Uefa per ospitare gli europei del 2032 perché non possiede nemmeno i requisiti minimi per accogliere le partite del torneo, si legge di gente scandalizzata.
Ma torniamo al tema principale. Dipende tutto dal voto del 29 settembre. Se vince il Sì, allora Milan e Inter hanno l’ok per acquistare l’area dell’attuale San Siro. Lo stadio verrà demolito e ci vorranno altri cinque anni almeno per fare quello nuovo. Stadio che sarà sempre in condivisione. Purtroppo i due club milanesi non hanno le risorse per costruire uno impianto da soli, quindi l’obiettivo è dividere le spese (ma anche gli incassi). Se invece prevale il No, tornerà fortemente d’attualità il progetto a San Donato Milanese, e anche in quel caso in condivisione.
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