Kaio Jorge e Calha, ecco i messia. Romagnoli, lezione da capitano. Kessie adesso firmi. E il nuovo stadio…?

Kaio Jorge e Calha, ecco i messia. Romagnoli, lezione da capitano. Kessie adesso firmi. E il nuovo stadio…? MilanNews.it
venerdì 30 luglio 2021, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Il gioco del mercato è sempre stato quello di buttare lì nomi e squadre, vanno riempite pagine e ore di dirette. A quel gioco partecipano dirigenti, procuratori, tesserati e naturalmente giornalisti: si intersecano spesso favori, pegni, amicizie, opportunità, occasioni. A parole prima che con i fatti. Certo è, però, che con o suoi silenzi assoluti il Milan sta contribuendo in maniera pesante al turbinio di voci e giocatori associati al club rossonero: vorrei essere una mosca al mattino quando Maldini, Massara e Moncada leggono i giornali (se li leggono…). Fatto sta che qualsiasi sconosciuto spunti fuori dal nulla, diventa un colpo perduto se poi si “inserisce” una concorrente. E non fa nulla se quel colpo perduto al Milan è interessato 5 o zero minuti o più di un giorno. Il caso Kaio Jorge è esaustivo ed eclatante nei risvolti: non lo conosce nessuno, non lo ha mai visto giocare nessuno, ma giornalisti e tifosi ne fanno la disputa del secolo. Faccio una semplice domanda che potrete sempre rinfacciarmi tra 2 o 3 anni quando sarà il nuovo Messi: chi è Kaio Jorge? A proposito di nuovi Messi(a): Calahnoglu scatenato nell’Inter in amichevole contro il Crotone è significativo dell’andazzo mediatico, circa quelle occasioni e opportunità di cui vi dicevo. Personalmente non mi distrae dall’ombrellone e dalle Olimpiadi, che mi godo con eguale enfasi e intensità. In silenzio, discretamente, Alessio Romagnoli si sta comportando questa estate da capitano vero.

Per la seconda volta in pochi anni. La prima fu quando, a cavallo tra un closing e l’altro e in un panorama tecnico deprimente, rifiutò qualche ghiotta offerta preferendo di restare al Milan. L’altra è adesso, in questi giorni, queste settimane che seguono la sua stagione più complicata con questa maglia: mentre la banda Pioli tornava in Champions, il capitano tra infortuni e un rendimento ondivago è rimasto ai margini. In tribuna o in panchina. E adesso scavalcare Kjaer o Tomori sembra impossibile. Romagnoli però non ha puntato i piedi, non ha dato in escandescenze, non ha pungolato Raiola affinché gli trovasse un’altra destinazione: è a Milanello, lavora in silenzio, pensa di poter recuperare nelle gerarchie. Un esempio. Lo stesso Kessie ha sviolinato amore e fedeltà ai tifosi, al club e alla maglia. Bene. Bravo. Grazie. Adesso però firma: da 2 a 6 è un salto triplo, il resto (bonus) devi mettercelo tu sul campo. Confermandoti e crescendo ancora.

Il presidente Scaroni è sempre rimasto a margine delle questioni tecnico-sportive, ma è molto presente sul fronte politico in Lega e in Comune per il nuovo stadio. Un tema che purtroppo, legato ai sistemi e alla burocrazia italiana (ma oggettivamente anche per le difficoltà dell’Inter nell’ultimo anno), è lì sospeso e resta in attesa delle elezioni in autunno. La cosa che sfugge sistematicamente in questo Paese resta sempre come ottimizzare opportunità e risorse, dovendole prima coniugare nel linguaggio avulso ed egoista della politica: prima degli interessi dello sport, dei tifosi e della città che sono solo argomenti di propaganda, vengono prima - rigorosamente - quelli degli orticelli dei partiti e delle fazioni. Dovranno proprio essere bravi, Milan e Inter, a scavalcare questi rovi e trovarsi di là dal prato per mettere il primo mattone.