L'impresa titanica di Origi. Serve una rivoluzione tecnica. Leao: il Lille collabori (e paghi) o farà ancora più danni

L'impresa titanica di Origi. Serve una rivoluzione tecnica. Leao: il Lille collabori (e paghi) o farà ancora più danniMilanNews.it
lunedì 10 aprile 2023, 19:37Editoriale
di Pietro Mazzara

Non è bastata Pasqua e il pensiero che dopodomani ci sono i quarti di finale di Champions League a far passare l’amaro in bocca dello 0-0 di venerdì sera contro l’Empoli. Una partita nella quale Pioli ha scelto di stravolgere completamente il reparto offensivo, panchinando Leao e Giroud fino al 70’ per dare spazio a Ante Rebic e Divock Origi. Una scelta che non ha premiato l’allenatore del Milan, con due sfaccettature diverse. Rebic si è mosso, ha provato a legare un po’ il gioco e si è anche mangiato un gol che sembrava fatto, ma almeno ha dato segnali di vita. Origi, invece, è stato un corpo estraneo a tutta la manovra milanista. Nascosto, mai propositivo, esattamente come De Ketelaere contro il Monza e il Tottenham, ha avuto la palla per sbloccare il suo torpore sotto la Sud, ma ha cercato un gol di tacco che solamente chi appartiene a due categorie superiori alla tua può pensare di fare. La pietra tombale sulla sua prova, poi, è arrivata all’atto della sostituzione quando gran parte dello stadio (non la Curva Sud che stava cantando per la squadra) ha fischiato sonoramente l’ex Liverpool che è riuscito in un’impresa titanica, ovvero quella di essere il primo giocatore – dopo Suso – a beccarsi una bocciatura così forte da parte di San Siro. E i vecchi saggi dicevano sempre: “Quando San Siro ti fischia, vuol dire che hai fatto davvero perdere la pazienza”. E la cosa si aggrava maggiormente perché i fischi che si becca Origi arrivano in un momento storico in cui il connubio tifo-squadra è ad uno dei livelli più alti della storia milanista. Sarà durissima per lui far cambiare idea al pubblico, perché uscire dallo status di bocciato è molto complicato e non è nemmeno da escludere che la dirigenza, a fine anno, possa pensare seriamente a una cessione visto il suo scarso rendimento in campo.

La rivoluzione offensiva dovrà essere profonda. Olivier Giroud, per il quale il rinnovo di contratto di un anno arriverà probabilmente tra questa e la prossima settimana, andrà per i 37 anni e attorno a lui – oggi – c’è un vuoto tecnico preoccupante. Zlatan Ibrahimovic non può più essere una risorsa sulla quale poter puntare con costanza. La sua fragilità muscolare è evidente ed è anche giusto che il Milan stacchi il suo cordone ombelicale dallo svedese, per il quale ci dovrà essere eterna riconoscenza per quello che ha fatto per riportare a Milanello quella mentalità che era andata persa proprio con il suo addio nel 2012 e mai più riscostruita negli anni successivi, quelli della “banter era”. Rebic è un giocatore troppo discontinuo, tecnicamente e fisicamente, per poterci puntare a pieno. Come alternativa può ancora starci. Ecco perché servirà un investimento forte sul centravanti titolare oltre a riportare a casa una terza punta come Lorenzo Colombo, che sicuramente tornerà forgiato dall’esperienza a Lecce e che accetterebbe il fatto di crescere ulteriormente in un ambiente di alto livello.

La vicenda Leao, poi, è tornata in auge sui media portoghesi. Record e O Jogo, che rispettivamente fanno da casse di risonanza a Jorge Mendes e allo Sporting Lisbona, parlano di situazioni diverse. La realtà dei fatti è che a Milano non sono ancora arrivate comunicazioni ufficiali né sulla versione secondo la quale il Lille pagherebbe per intero il “lodo Sporting” né sul fatto che i bianco-verdi vogliano vedersi corrisposti 45 milioni (che era la prima richiesta quando venne intentata la causa) pari all’ammontare della clausola risolutoria che era presente nel contratto di Leao con lo Sporting. C’è un fattore importante da tenere in considerazione: il Lille, per non perdere il 15% sulla futura rivendita di Leao, dovrà fare dei passi importanti per sanare il debito con lo Sporting perché qualora Leao non dovesse rinnovare con il Milan, uno dei rischi sarebbe quello di vederlo andare via a zero. E li ci rimetterebbero sia il Milan, vera vittima di tutta questa vicenda, sia i francesi. Ecco perché spingere tutti insieme verso il rinnovo di Rafa può convenire, davvero, a tutti.