Le carote sono finite: ora un po’ di bastone…

Le carote sono finite: ora un po’ di bastone… MilanNews.it
venerdì 24 marzo 2023, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Non si finisce mai di imparare. È la prima grande lezione della vita, ma la si capisce meglio con il passare degli anni, purtroppo, come tutti i risvolti dell’esperienza cui non diamo peso nella nostra quotidianità giovanile. E nel calcio, nello sport, con tutte le variabili che continente, bisognerebbe sempre essere prudenti. Anche se irriducibilmente fiduciosi, ottimisti. Anche se le proprie teorie sono (sembrano) basate su fondamenta solide. 

Ha ragione Ibra, invece. Ha assolutamente ragione lui: questa squadra era pronta a vincerlo, uno scudetto, ma non a difenderlo. La mentalità vincente cresciuta e nutrita con entusiasmo e convinzione dal 2020 al 2022, oggi si accende e si spegne con insopportabile intermittenza. Sei il Milan col Tottenham, con l’Atalanta, con le grandi (all’andata) per atteggiamento e intensità, ma ti sciogli ed evapori con le squadre più deboli (che sono poi la maggioranza...), dilapidando montagne di punti, rimettendo i tuoi valori in discussione e a rischio il piazzamento che conta. 

Il bilancio del 2023 in Italia è devastante, deprimente: 15 punti in 12 partite in campionato, spazzati via in Coppa Italia e Supercoppa. Un mezzo disastro, un cammino in spiegabile a ritmi da lotta salvezza. 

Moduli o non moduli, si sono persi per strada Calabria, Kjaer, Gabbia, Pobega, Vranckx, Adli. Non cambiano di una virgola le cose in alcun modo Rebic, Origi, DeKetelaere (anzi, dopo il loro ingresso contro Fiorentina e Udinese la squadra ha preso un altro gol), Florenzi e Ibra sono convalescenti, Leao è smarrito, Tomori sotto rendimento. Si salvano Maignan, Kalulu, Theo, Giroud mentre Tonali, Bennacer e talvolta Krunic corrono a perdifiato. A vuoto, non per colpa loro. Sono riapparsi dal nulla Touré e Bakayoko, Diaz e Messias fanno quello che possono, Saelemakers è intermittente come la squadra. 

Occorre un reset fisico e mentale profondo. Dato che ripetiamo da mesi come i limiti siano mentali, di attenzione, concentrazione, determinazione, ferocia (quella che - come dice Ibra - fa giocare gli avversari con una furia agonistica nettamente superiore), forse potrebbe servire ripristinare i ritiri pre-partita: non puntivi, assolutamente, ma terapeutici. 

Continuo a credere che il bilancio degli ultimi 3 anni sia ampiamente in attivo, nonostante questi ultimi 3 mesi da stordimento. Una strada sicura è stata tracciata dopo gli ultimi tempi bui da Berlusconi a Elliott. Le rovinose cadute aiutano a crescere, a condizione che le esperienze vengano metabolizzate e se ne faccia tesoro.