Le strade rossonere dalle Hawaii a Rebic fino a Kessie

Ragazzi, vi sento sempre un po' irrequieti. Spesso anche un po' di malumore. Una volta il mercato, una volta gli infortuni, una volta i rinnovi, e poi gli arbitri, i cambi, i pronostici che vedono costantemente strafavorita l'Inter davanti al Napoli e al possibile, probabile, quasi certo rinvenimento della Juve. Senza tralasciare l'Atalanta.
Non pretendo di voler convincere nessuno, anche se vengo spesso accusato di questo. Semplicemente mi limito a consigliarvi di viverla diversamente. Immaginate di essere sdraiati su una bella amaca alle Hawaii, occhiali da sole, bermuda a fiori, bibita ghiacciata, bellezza del posto al fianco: perché preoccuparsi scrutando l'acqua "se si alzerà la marea"? Fissando il cielo "se arriverà qualche nuvola"? Se il mangiare "così così, non è cucinato da uno chef stellato"? Non riuscendo a staccare la mente dal rientro "chissà la pandemia, il lavoro, le bollette, se lei o lui conosciuti qui verranno con me"? Non c'è ragione di rovinarsi il momento. Non c'è ragione di posare il bicchiere e tuffarsi per una bella nuotata, poi uscire e buttarsi lì ad abbronzarsi, stasera aragosta e il resto chissenefrega, "ci sarà tempo e modo".
Lo scenario dovrebbe essere chiaro, lampante. Un progetto c'è e sta crescendo bene, grazie al club e all'allenatore, con i giocatori che già ci sono e con quelli che arriveranno. Addio a quelli che se ne andranno. Perché non cominciare a sperare, come avverrebbe in qualsiasi altro club, squadra, tifoseria, che dopo 3 gironi e mezzo a cavallo tra il 1° e il 2° posto (raramente il 3°), non possa essere arrivata l'ora di vincere qualcosa? Perché non crederci, con tutte le forze e le energie disponibili? Perché non trasferirle all'ambiente e sui social come fa la gente rossonera che viene a San Siro, cantando e incitando dall'inizio alla fine? Anche quando perdi 0-1 con l'Inter a un quarto d'ora dalla fine e sembra non esserci più nessuna speranza? E' così difficile?
Un esempio. Sono un appassionato cronico di Ante Rebic, lo trovo capace di svoltare qualsiasi partita e amo il suo modo di infastidire gli avversari, dal portiere in su. Ha avuto molti problemi fisici, forse sono anche mentali perché non ha più certezza del posto con Leao in queste condizioni. Sta lavorando per ritrovare condizione e spirito. Va incoraggiato e sostenuto. Come è capitato con Calabria, Messias, Tomori, i lungodegenti.
Perché sì, ci sono Leao e Giroud. C'è Maignan, c'è Tonali. E poi Ibra, Hernandez, il sosprendente Kalulu. Ma la stagione di Florenzi è già da voti alti, stanno tornando Bennacer e Brhaim, Romagnoli non sbaglia più un colpo, Saelemakers è sempre utile, come Krunic che ha fatto più del suo per 4 mesi. E c'è Pioli che mi pare i giocatori adorino. Maldini che è un po' come il nonno quando ti tranquillizza durante il temporale e se è Paolo a dire "andrà tutto bene", possiamo credergli. Restiamo spaparanzati alle Hawaii, insieme, tifando perché resti il sole e senza pensare minimamente al ritorno a casa. Restiamo a goderci la luce, il mare, il cocktail, l'amante, la cena.
Ho scritto in settimana di Kessie. Dello stato generale del calcio e dei procuratori, della moda delle scadenze e del mettersi in proprio senza alcuna affezione alla maglia, al club, ai tifosi. Una moda, appunto, non un modo di fare di Kessie. La gente innamorata lo fischia, qualcuno dice che non è giusto, non è utile, non serve. Vero, nulla da eccepire. Inutile inveire contro la fidanzata o il fidanzato che ti lasciano, che se ne vanno: non è giusto, non è utile, non serve. Non fa cambiare loro idea. Ma se sfogarsi con i fischi ti fa sentire meglio, se rovesciare addosso al partner che ti lascia tutte le cattiverie che ti sgorgano dal petto, ti appare naturale e ti rende più leggero, be' allora fallo. Se hanno già deciso, non cambieranno idea comunque. E se nel frattempo sono turbati, avranno modo di interrogarsi sul perché.

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