Manduzkic decisivo per eliminare l’Inter e vincere lo scudetto. Ibra non deve esagerare. Il Milan si è sempre rialzato grazie a Pioli

Dentro o fuori. Stasera non ci sarà nessuna partita di ritorno per eliminare l’Inter e poi affrontare la Juventus in semifinale, Spal permettendo. Il Milan ha la grande occasione per fare un secondo dispetto ai nerazzurri, dopo il 2-1 dell’andata in campionato, anche se come allora parte sfavorito. In realtà il vero handicap in partenza per la squadra di Pioli non è il contraccolpo psicologico dopo la netta sconfitta contro l’Atalanta, bensì l’assenza dello squalificato Donnarumma l’unico insostituibile del Milan, che si è abbassato al livello di Conte riuscendo a farsi espellere dalla panchina durante l’ultima gara di coppa Italia contro il Torino. Una grande squadra non deve mai cercare alibi, come ammoniva Berlusconi quando si presentò dicendo che il Milan doveva essere più forte della sfortuna, dell’ingiustizia e dell’invidia. In attesa del rinnovo del contratto, Gigio sarà quindi il primo tifoso di Tatarusanu che dovrà opporsi a Lukaku e compagni. Una volta sbarrata la porta, ci penseranno gli altri a giocare e a segnare come hanno sempre fatto in campionato, prima di sabato scorso. E mai come stavolta l’uomo del destino potrebbe essere Mandzukic l’ultimo arrivato a Milanello, l’unico che merita di essere soprannominato SuperMario per quello che ha vinto ovunque e non soltanto perché si chiama Mario. Difficilmente dall’inizio, anche per colpa di un piccolo problema alla caviglia, ma quasi certamente nel corso delle partita, Mandzukic potrà fare la differenza stasera e soprattutto in campionato, proprio come fece Ibra un anno fa dopo essersi presentato suscitando le stesse perplessità per colpa della sua lunga inattività seguita all’esilio americano. L’attaccante croato è entrato bene nel finale sabato scorso e siccome la rabbia e le qualità sia tecniche sia tattiche non gli mancano, non ci stupiremmo se fosse lui ad aprire le porte che si affacciano sulla semifinale per ritrovarsi di fronte la sua vecchia Juventus.
Ovviamente Mandzukic non giocherà da solo, come non può giocare da solo Ibra, che però non può e non deve criticare i compagni alla fine di una partita in cui lui non ha fatto meglio di loro. Pioli non ha mai criticato la squadra, né tantomeno i singoli e sarebbe un peccato, quindi, se Ibra con queste sue parole guastasse un ambiente in cui tutti vanno d'accordo, non a caso uno dei segreti del primato rossonero. Anche il rigore tolto a Kessie, che lui stesso aveva designato nuovo specialista, nella penultima partita a Cagliari, non è stato un bel gesto ma un piccolo peccato di egoismo, per fortuna sua e del Milan, senza conseguenze negative. Nemmeno le due sconfitte contro il Lilla in Europa League e la Juventus in campionato, e sempre con tre gol al passivo come contro l’Atalanta, avevano lasciato conseguenze negative, per cui non bisogna eccedere nel pessimismo dopo il kappaò di sabato. La serenità di Pioli e la certezza di avere un solido impianto di gioco, a prescindere dagli interpreti come si è visto con le numerose assenze, sono una garanzia per l’immediato futuro, perché la bravura di un tecnico si misura proprio nei momenti difficili e in questo senso Pioli potrebbe dare lezioni a molti suoi colleghi. A patto che non smentisca più sé stesso con scelte azzardate, come l’ultima di preferire Meitè a Diaz che nel ruolo di trequartista ha dimostrato più volte di non far rimpiangere Calhanoglu. Con una certezza finale che può essere la chiave di nuovi successi, stasera e in campionato: il Milan non ha l’obbligo di vincere la coppa Italia e lo scudetto, perché tutti considerano favorita l’Inter. Intanto, però, il Milan è campione d’inverno e nel ritorno avrà un Mandzukic in più. E questi sono fatti che nessuno può contestare.

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