Perdonate Conte, non perdonate Sala. E basta con Maignan! Cosa cambia Leao. La storia di Michele 

Perdonate Conte, non perdonate Sala. E basta con Maignan! Cosa cambia Leao. La storia di Michele MilanNews.it
Oggi alle 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Non è più importante per l’una o per l’altra, non è neanche vero che Milan-Napoli può cambiare la stagione. Alla 5a giornata conta solo l’indirizzo che una partita può imprimere al cammino di una squadra come il Milan, rifatta per metà rispetto all’ultima stagione, per intero se si parla del sistema di gioco e dei moduli. Il Napoli ha altre fondamenta, ben altre certezze che Antonio Conte nasconde con le sue piccole, consuete, studiate bugie. Dice che la sua squadra ha cambiato più delle altre: sappiamo tutti che non è vero. Solo l’Inter ha mutato poco l’intelaiatura, ma ci sono un nuovo allenatore, nuovi concetti e una stagione terribile alle spalle, da seppellire con rinnovata rabbia. 

Vale molto, per i rossoneri, la conferma di alcuni cardini di queste ultime uscite: rischiare poco, costruire molto sbagliando meno, avere uno spirito combattivo per tutti i 90’ più recupero. Concetti essenziali che quasi rasentano la banalità, eppure lontanissimi dai fantasmi del 2024-25 in cui, nello sballottamento tra Fonseca e Coinceçao, alla piccola impresa della Supercoppa vinta battendo Juve e Inter, seguirono una sconcertante finale di Coppa Italia e soprattutto un piazzamento avvilente in campionato. 

Al di là delle statistiche circoscritte a poche partite, quello che più impressiona del nuovo corso di Allegri è la ferocia che è rapidamente riuscito a restituire, intesa come ritmo, coesione, organizzazione, temperamento. A Udine tutti hanno giocato sul 3-0 come se fossero sul pari e con il Lecce in 10 da quasi subito, nessuno si è accontentato abbassando la guardia. Con il Napoli sarà un bellissimo esame.

Se si possono perdonare i lamenti recitati cui Conte ci ha abituati per dare ancor più corpo alle sue molte vittorie, non si può invece minimizzare il deprimente teatrino che il sindaco Sala ha allestito intorno a San Siro in questi anni. È stato tutto un percorso di dinieghi, mistificazioni, pressapochismo che i milanesi stanno pagando - sulla loro pelle - anche nell’amministrazione della città. Non è tanto importante la fazione politica cui appartiene, quanto ingombrante di suo la politica stessa con la miopia dimostrata nella mala gestione dello stadio, oltre a tutto il resto. La Milano calcistica si trova così sfrattata dalla sua casa pericolante, costretta a comprarla per poi magari abbatterla e costruirne una nuova. Solo in Italia si può scrivere una sceneggiatura così cervellotica. Cosi sterile. 

In queste settimane di ritrovato entusiasmo milanista, molti media si affannano nel dipingere le fosche tinte del futuro di Maignan, tra rinnovo e condizione fisica. Un tormentone che ha francamente stufato, sperando non intacchi rendimento, morale e partecipazione del portiere francese, il quale sarebbe tra l’altro anche il capitano. Ha dimostrato di avere carattere e personalità per parare anche questi tiri al piccione. 

Leao si riavvicina alla titolarità, Nkunku si avvia a raggiungere la condizione migliore, Gimenez si è sbloccato e non perde occasione per dimostrare la sua testardaggine per conquistare la fiducia propria e altrui. Non mi pare che l’abbondanza sia un problema, Leao è sempre e solo una soluzione. La migliore. Sarà Allegri a decidere chi e come sarà protagonista in prima linea, quel che è certo è che Leao cambia in meglio. 

Ho incontrato Marek Jankulovski a Manfredonia, bella immersione nel suo entusiasmo per la nuova avventura imprenditoriale nel settore vinicolo e - ancora una volta - nel calore dei tifosi del Milan Club Paolo Maldini di quella bella località pugliese. Un calore che la società deve imparare a riconoscere e condividere, al di là della questione Curva (che va risolta facendola tornare). 

Il suo presidente Michele Lo Russo ha organizzato l’evento, cui hanno partecipato quasi 200 persone. Era mercoledì sera 24. La mattina del 25 è venuto con me a Cernobbio, sul Lago di Como, per partecipare alla presentazione dei libri di Filippo Galli (“Il mio calcio eretico”) e Stefano Ravaglia (“Il romanzo rossonero”), organizzata dall’irrefrenabile presidente Olivier Chignoli che è un fuoriclasse di milanismo, cultura e solidarietà. 

Michele venerdì riparte per Manfredonia avendo un impegno familiare irrinunciabile: il matrimonio di una parente. Domenica di nuovo Foggia-Linate per Milan-Napoli e lunedì ritorno a Manfredonia per riaprire il ristorante con sua moglie. Un piccolo grande esempio di amore verso il piccolo grande mondo che gira intorno al Milan e che il Milan rappresenta.