Quel che ci spetta... Pesate Pioli e il suo lavoro. De Zerbi, la forza della coerenza

Quel che ci spetta... Pesate Pioli e il suo lavoro. De Zerbi, la forza della coerenza MilanNews.it
venerdì 14 maggio 2021, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Benissimo. Incartate il mese e mezzo tra giugno e agosto del 2020, quando il campionato è finito a cottimo dopo il lockdown. Incartatelo, ma non buttatelo prima di aver assaggiato un ritorno in Europa più che dignitoso, senza sconfitte in trasferta e con un ottavo superbo contro lo United. Il premio per quella striscia apparentemente vacua di risultati, vittorie e record. Poi affettate il campionato in corso, riassaggiando i sapori delle 22 giornate in testa e delle successive 13 al secondo posto soli o in compagnia, con l'eccezione di un solo turno al 5. posto. Ora chiudete gli occhi e ripensate, gustando la fragranza e gli odori delle ultime 3 partite, ai digiuni alterni tra gennaio e aprile. Il Milan merita di stare dov'è? Era o non era una squadra da quinto, sesto posto?

C'erano Juve, Inter e Napoli favorite per lo scudetto. C'era l'Atalanta quarto incomodo. C'erano le romane pronte al balzo. Altro che quinti o sesti: c'era lo spettro del settimo, come no. Invece i rossoneri sono stati lì, sempre lì, davanti a tutti e adesso in slancio per lo sprint: 75 punti a 180' dalla fine sono un'enormità. Sono la certificazione che resta per staccare il biglietto e ritirare il premio che ci spetta: quel viaggio di ritorno a casa, quel viaggio di ritorno dove è scritta la nostra storia. La Champions. L'Europa che conta. La nostra Europa. 

Cerchiamo di pesare bene anche il lavoro che Stefano Pioli ha svolto con questa squadra, in soli 16 mesi, facendola crescere e maturare, portandola a livelli di rendimento per molti impensabili ed esaltando qualità tecniche comunque ancora tutte (o quasi) da consacrare. Con l'ultima perla di Brahim Diaz che non soltanto esalta le doti migliori del piccolo grande spagnolo, ma che ha rivoluzionato l'assetto tattico della squadra consegnandole solidità e robustezza. Non vedo l'ora che inizi la prossima stagione, bramo conferme respirando l'aria di alta montagna dell'ultimo anno che abbiamo alle spalle. 

Quel che resta del giorno è battere Cagliari e Atalanta disinteressandoci di quel che succede alle spalle. Come per esempio la Juve che risorge sul terreno, spesso fertile per i bianconeri, del Sassuolo. Non fraintendete: a pensar male si fa peccato... Una cosa però è certa: l'integerrima moralità di Don Roberto De Zerbi, solo poche settimane fa trascinato controvoglia a giocare a San Siro contro il Milan demone della SuperLega, si è sbriciolata quando il calendario ha posto la sua squadra al cospetto della Juventus. Cioè della capocrociata della SuperLega. Il silenzio è stata l'unica difesa dei valori che De Zerbi ha scelto per l'occasione. Un silenzio in cui si è distinto comunque forte il rumore dell'ipocrisia.