Quel sì che sarebbe piaciuto a Silvio. Uno stadio nuovo, due squadre, due dediche. Max: non fidarti dei nuovi “laudatores”

Quel sì che sarebbe piaciuto a Silvio. Uno stadio nuovo, due squadre, due dediche. Max: non fidarti dei nuovi “laudatores”MilanNews.it
Oggi alle 00:00Editoriale
di Franco Ordine

Adesso che Milano è tornata a essere Milano -finalmente riconoscibile anche a chi, come me, l’ha conosciuta e vissuta fin dal lontano 1977 e l’ha vista diventare l’ombelico del Belpaese- e la costruzione del nuovo stadio ha lasciato l’aula del consiglio comunale per imboccare la strada ancora complicata degli appuntamenti burocratici, è il caso di affrontare un paio di temi che sono sulla bocca di tutti. Il primo: Silvio Berlusconi era tra i milanesi innamorati di San Siro, lo stadio che gli ha regalato trionfi per lunghissimi 31 anni da presidente del Milan, ma è -e sottolineo è, il verbo coniugato al presente- l’uomo che ha vissuto in anticipo i grandi cambiamenti dei suoi tempi a partire dall’attività di costruttore per passare alla tv, al calcio e infine alla politica. Per questo motivo avrebbe apprezzato sicuramente il comportamento di Forza Italia che di fatto ha reso possibile l’approvazione della delibera e consentito a Milano di colmare il ritardo clamoroso rispetto ad altre capitali europee. 

Il secondo tema è una naturale appendice del primo: è già partita la corsa a scegliere la dedica del nuovo stadio che dovrebbe essere, secondo i progettisti, uno dei più belli in circolazione. Qui mi permetto di avanzare una proposta. Lo stadio sarà la casa moderna di Inter e Milan, potrà allestire una scenografia diversa a seconda di quale club lo utilizzi, colori sociali compresi. E allora perché non intestarlo a due figure, una per l’Inter e una per il Milan? Quella del Milan è scontata dal mio punto di vista: Silvio Berlusconi. Quella dell’Inter, dovendo raccontare la gloria di quel club, non può che esaurirsi intorno alla famiglia Moratti. Spero di aprire un dibattito serio e civile sulla materia.

Il futuro del Milan- Nelle dichiarazioni di Paolo Scaroni seguite al voto sono emersi una serie di impegni, espressi a nome del proprietario Gerry Cardinale, che vale la pena qui di ricordare. Quello più netto di tutti riguarda appunto l’assetto azionario del club rossonero. “Non sono previsti cambi di proprietà né a breve né a medio termine” la frase di Scaroni sul punto. È vero: siamo stati abituati a ricevere impegni solenne traditi puntualmente e quindi non dobbiamo pensare che questa frase rimanga scolpita sulla pietra. Ma soprattutto non riuscirà a mettere fine al festival di indiscrezioni e anticipazioni che vanno e vengono dalla bellezza di tre anni ormai. Anche qui faccio un pronostico: il vendor loan con Elliott è stato spostato al 2028, prima di quella data e del 2030 -quando l’idea del nuovo stadio diventerà concreta- non si saranno capovolgimenti di sorta.

Avviso a Max Allegri- Max Allegri non è il tipo da illudersi dopo appena 5 turni di campionato e due di Coppa Italia. Gli è andata bene col Napoli in 10 contro 11 per quasi 40 minuti e nel finale, agitandosi come non mai, ha fatto intendere che lo spettacolo non gli è piaciuto. Per questo delle lodi di taluni ex feroci contestatori è utile che ne faccia un uso intelligente. Ho l’impressione che abbia anche capito quale sia la trappola mortale che qualche tifoso mascherato gli ha teso in queste settimane scommettendo sullo scudetto al Milan senza un minimo di conforto critico allo scopo non dichiarato di poter dire alla fine “visto??????”. È bastata una squalifica -evento ordinario nel calcio- per aprire un dibattito sul sostituto di Estupinan con una serie di candidature. Questo significa appunto che la rosa non è così super-competitiva come il sottoscritto si affanna a ripetere da settimane.