Sarà ancora derby. Donnarumma non racconti più favole. Gravina: servono regole economiche

Derby chiama derby. Come nella voglia in particolare degli interisti che hanno dichiarato il loro obiettivo stagionale: prendersi la rivincita dopo la sfida del 5 febbraio chiusa con una sconfitta che ha fatto ammattire tutto il mondo Inter, “squadra piccola” come è stata definita in qualche tweet di un autorevole tifoso-amico mio. Incredibile l’effetto virtuoso del 2-1 di Giroud nei confronti di due esponenti, Diaz e Leao , uno aveva dato la scossa dopo l’uscita di Kessie, l’altro è uscito dal guscio e ha messo a nudo i limiti della difesa laziale, letteralmente travolta nei primi 45 minuti. Visto anche Messias meglio ma è bene non crearsi illusioni perché con la Samp sarà più dura. Non ha ancora una volta sfigurato Kalulu al cospetto di Immobile segno che questo ragazzo può tornare utilissimo per il futuro.
GIGIO PASTICCIONE- Di solito chi fa il calciatore, senza molti studi e senza nemmeno una guida autorevole (un procuratore stimato, un addetto stampa in gamba, ecc.), incorre in clamorosi sfondoni. Gigio Donnarumma, in questo senso, sta diventando un paradigma della categoria. Dal giorno in cui ha lasciato Milanello con incerta destinazione (incerta perché era saltata la Juve, doveva andare in ritiro con la Nazionale, e non ancora era arrivato il via libera da Parigi, ndr) ha messo insieme una striscia di dichiarazioni e soprattutto di “versioni” sul suo addio al club che l’ha fatto uomo e calciatore da record del mondo di zig zag. In queste ore, parlando al corrispondente parigino della Gazzetta dello sport, ha raccontato l’ultima versione: “Un giorno mi arriva la telefonata dal club con la quale mi annunciano di aver preso un altro portiere…”. Donnarumma, e chi gli scrive i testi, pensa seriamente che dalle parti nostre, il Belpaese, sia abitato da bambini che credono alle favole. È l’ennesima giravolta, con annessa ricostruzione parziale a suo favore. Il Milan scelse -per fortuna bisognerebbe aggiungere subito- Mike Maignan quando non ebbe più risposta alla proposta degli 8 milioni per evitare di rimanere senza portiere per la stagione successiva. E l’arrivo di Maignan divenne ufficiale, per motivi legati alle date degli europei, il giorno dopo la fine del campionato quando il signor Donnarumma era un po’ all’angolo avendo perso la sponda bianconera di Paratici. Perciò non bisogna credergli. Non solo ma bisogna prendere atto del fatto che da Parigi dove non gode della condizione di titolare con Navas che lo fa soffrire, vorrebbe venir via come va ripetendo ad amici e colleghi.
I CONTI DEL CLUB- Ci sono due pubblicazioni recenti che attengono ai conti del calcio italiano. Nella prima, firmata da Gianfranco Teotino su il Mattino di Napoli, si segnala la clamorosa differenza tra i conti in equilibrio della società guidata da ADL e quelli dell’Inter carichi di debiti. Nella seconda, una vera inchiesta del settimanale Panorama, si traccia una fotografia del calcio italiano e riferendosi all’Inter si sostiene che “sul bond rifinanziato da 415 milioni paga un interesse più alto persino di quello del Bangladesh”. Sulla questione ci sono due riflessioni veloci da fare. La prima: è venuto il momento per Gravina di imporre regole uguali per tutti se si vuol che la concorrenza sia corretta. E cioè è impensabile che in una sana competizione ci possano essere aziende che si comportano in modo virtuoso e aziende che invece accumulano debiti con la compiacenza dei controllori. La seconda: la famosa indagine della magistratura ordinaria sulle plus-valenze, come ha informato una news d’agenzia dei giorni scorsi, sta andando avanti controllando presso la covisoc di Roma, i bilanci di Juve, Inter e Napoli tra l’altro. Ecco un altro motivo di qualche soddisfazione per gli amministratori del Milan. Possono esibire il seguente curriculum sportivo e finanziario: 7 Champions league, 0 debiti, 0 plus valenze.

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