Vincere. Vincere. Vincere. Deliri nerazzurri. Theo esempio

Settimana d'oro quella rossonera, che deve chiudersi però oggi nel migliore dei modi contro una Sampdoria ovviamente da non sottovalutare. L'occasione è clamorosa e non si può assolutamente fallire, dopo il pareggio di ieri sera tra Napoli e Inter. Un successo permetterebbe di scavalcare entrambe, di posizionarsi al primo posto (con una gara in più dei nerazzurri) e di aprire ulteriormente un campionato che a questo punto vede tre pretendenti al titolo finale. Vincere. Vincere. Vincere. La squadra di Inzaghi sembra in calo e ora, così come per il Napoli, iniziano le settimane europee: il Milan ha il dovere di approfittarne. E' anche inevitabile pensare alla forma ancora migliore che avrebbe oggi la classifica senza gli incredibili episodi arbitrali contro la squadra di Spalletti (fuorigioco fischiato a Giroud a terra) e contro lo Spezia. Meglio non pensarci, con la speranza però che alla fine non siano decisivi. A proposito, in settimana ne abbiamo lette e sentite di tutti i colori. Lunedì: "L'Inter fa sapere che non si lamenta nonostante il fallo di Giroud su Sanchez, a differenza di quello che ha fatto il Milan dopo il fischio di Serra".
Senza un minimo di obiettività, senza un briciolo di coerenza, senza un pizzico di onestà intellettuale. Il tutto per un non fallo. A differenza della gomitata di Dzeko a Modolo col Venezia, fatta passare, da questi, in cavalleria come un 'semplice contrasto di gioco'. Paragonare, poi, un non fallo a un episodio arbitrale di cui ha parlato tutto il mondo per la sua unicità, significa non saper perdere. I nerazzurri hanno provato a passare per le vittime che non protestano quando, nel paragone fatto con il dopo Milan-Spezia, Pioli ha contestato una decisione (gravissima) forse in maniera meno rumorosa del collega Inzaghi, per cui "Giroud ha spinto Sanchez fuori dal campo". Lo avranno ritrovato in piazzale Lotto?
In tutto questo, a proposito della reazione da caccia all'uomo di Lautaro Martinez nel derby, avremmo voluto conoscere il pensiero di tanti illustri interisti, quelli del 'super' progetto Inter Spac, quelli dal tweet facile, quelli che un anno fa non avevano il beneficio del dubbio su Ibra nella lite con Lukaku, ma lo crocifiggevano senza se e senza ma. Evidentemente questa volta avranno finito i giga e non hanno potuto twittare. Un moralismo a targhe alterne, che è semplicemente imbarazzante. Venerdì è stato il grande giorno del rinnovo di Theo Hernandez. Il francese va quasi a triplicare l'ingaggio, ma altrove avrebbe potuto spuntare sicuramente anche una cifra superiore. E allora ecco che se un giocatore al Milan sta bene, ci resta volentieri e non ha bisogno di fare tanti capricci insieme all'agente. Accordo tra l'altro raggiunto senza dichiarazioni altisonanti. Messaggio chiaro, per tutti.

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