Marchetti: "Tare sa cogliere il lato personale dell'atleta. Per me fu determinante"

Tra i migliori acquisti dell'era Tare nei 15 anni di Lazio non ci sono dubbi che il portiere sia Federico Marchetti (QUI LA NOSTRA TOP 11). Arrivato per poco più di 5 milioni si è confermato in biancoceleste uno dei migliori portieri del campionato. In esclusiva per MilanNews.it ci dice la sua proprio su Igli Tare, pronto ad affrontare la sua seconda avventura da direttore sportivo, raccogliendo la sfida Milan.
Federico Marchetti, sei reduce da un'esperienza calcistica a Malta. Come la valuteresti?
"Positiva. Sono venuto un po' per gioco, grazie al mio amico Luciano Zauri che aveva firmato con l'Hamrun Spartans. Esperienza nata per caso, con la possibilità di giocare i preliminari delle coppe europee. Abbiamo vinto il campionato ed è stata un'annata produttiva ed entusiasmante. Abbiamo deciso di fermarci a Malta per questioni familiari e a gennaio mi è capitata un'altra opportunità, al Marsaxlokk ho potuto giocare ancora".
Cosa farai "da grande"?
"Adesso rientro a Roma e da lì capirò un attimo. Se ci sarà qualche proposta per giocare ancora la valuterò. Certo, spostarmi ancora non è che mi entusiasmi ma vediamo se esce fuori qualcosa di interessante vicino Roma, altrimenti sono già pronto allo step successivo, quindi prendermi il patentino UEFA A e da lì iniziare ad allenare".
Quindi il campo preferito alla scrivania
"Mi stimola come idea. C'è da prepararsi bene e poi si vedrà. L'idea comunque è quella".
Il Milan e la tua Lazio sono state le grandi delusioni del campionato, entrambe fuori dalle coppe
"Sono più sorpreso da come sia uscita la Lazio, perché aveva fatto un'annata importante stupendo un po' tutti. Nessuno se l'aspettava così in alto all'inizio, l'ultima partita ha macchiato tutto il percorso. Il Milan invece ha avuto difficoltà tutto l'anno, è incappata nella classica annata storta".
I rossoneri ripartono a Igli Tare come direttore sportivo. Lo conosci molto bene
"Ero stato un anno in naftalina a Cagliari e dopo la causa per mobbing avevo tantissima voglia di ripartire. Peraltro persi la Nazionale, avevo paura di non trovare più il mio livello. Tare è stato determinante, assieme al presidente Lotito. Dopo che Muslera aveva fatto capire che non avrebbe rinnovato mi hanno fatto vedere la loro intenzione, la loro concretezza e non ho esitato ad accettare. Ma soprattutto Tare ha avuto pazienza: non vedendo il campo da un anno le prime partite alla Lazio non erano andate in scioltezza, poi dopo 4-5 mi sono sbloccato. Recentemente anche David de Gea ha parlato di come si fatichi nelle prime partite dopo un lungo stop".
In una recente intervista lo hai definito burbero
"Apparentemente sembra una persona molto chiusa, ma appena ti conosce è un uomo che sa cogliere il lato personale dell'atleta. Non è lì solo a giudicare e decidere sull'aspetto sportivo. Perché il giocatore passa dei momenti di difficoltà personali e devo dire che lui personalmente mi ha fatto vedere la sua vicinanza. Ho fatto parecchi anni alla Lazio anche con momenti di discussione sul mercato con lui. È una persona intelligente, capisce di calcio e negli anni è migliorato. Si merita questa chance al Milan".
Hai assistito a una crescita anche gestionale di Tare
"Devo dire che ha imparato strada facendo a gestire certe situazioni, ad approcciarsi nel modo corretto. Non dico che non ci siano stati degli screzi ma sempre a fin di bene, per risolvere il problema".
C'è stato un anno alla Lazio da separato in casa
"La società e l'allenatore puntavano su un profilo più giovane come Strakosha e per me non c'era più spazio. Tare mi fu vicino pur sapendo che a livello professionale sono stato danneggiato. Penso che abbia gestito la situazione nel modo in cui era giusto fare. E devo dire che con me fu chiaro da subito. Quando andai al Genoa l'anno dopo fui praticamente fatto fuori dopo 3-4 partite, non fui protetto. Ecco, alla Lazio non fu così: Tare e Lotito furono con me protettivi alle prime difficoltà, la gestirono bene e furono importanti".
Dalla Lazio al Milan, altro ambiente e altre ambizioni per Tare
"La Lazio è una piazza importante, dove c'è pressione. Per cui Tare sulla gestione delle problematiche e delle pressioni direi che è vaccinato. Al Milan si parte per vincere ma questa è una prerogativa che uno deve sapere. Ci saranno le pressioni ma non credo sarà un problema, anzi. La vivrà come uno stimolo".
Si è sottolineato spesso come quest'anno la figura del direttore sportivo sia mancata anche nella gestione del quotidiano, al Milan
"Dipende tutto dai risultati. Se il Milan avesse avuto sul campo dei risultati soddisfacenti e in linea con le aspettative non si sarebbe sollevato il problema. Non è essendoci stata questa figura si è creato l'alibi. E credo che i giocatori fossero abituati alla figura di Paolo Maldini e abbiano sentito un po' questa mancanza. Per quella che è stata la mia esperienza con Tare, posso dire he ha dato la sua presenza nel quotidiano ed è sicuramente stato importante".
C'è stata per te l'opportunità di approdare al Milan?
"Quando ero a Cagliari e al Milan c'era Allegri e aveva bisogno di un portiere da affiancare ad Abbiati. Ma con la causa per mobbing in corso non mi ero liberato, sono rimasto a Cagliari fino a giugno, poi la Lazio ha pagato la clausola rescissoria. Questo fu il primo interessamento. L'altro dopo Euro 2016, Diego Lopez era andato via e cercavano un vice Donnarumma. Preferii rimanere alla Lazio".
Al Milan tra i casi che dovrà risolvere Tare c'è quello di Maignan. Vedi eventualmente un'alternativa al francese?
"Anzitutto mi auguro che il Milan non perda un leader come Maignan, per la squadra la sua conferma sarebbe importante perché è un portiere top e spero che rimanga nel nostro campionato. Se invece devo dire un nome a caldo che possa essere da Milan dico Carnesecchi dell'Atalanta: ha fatto un'annata importante e ha maturato anche esperienza nelle coppe europee".

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