MN - Stroppa ricorda Galbiati: “Passione e umiltà, la voglia di mettersi lì a migliorare i ragazzi”

MN - Stroppa ricorda Galbiati: “Passione e umiltà, la voglia di mettersi lì a migliorare i ragazzi”MilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 16 marzo 2023, 17:25ESCLUSIVE MN
di Antonio Vitiello

L’ex giocatore del Milan, e allenatore della Primavera rossonera dal 2009 al 2011, Giovanni Stroppa, contattato da MilanNews.it ha voluto ricorda la figura di Italo Galbiati. Un focus sull’importanza della tecnica individuale da insegnare ai ragazzi del settore giovanile.

Che ricordo ha di Italo Galbiati?

“Italo è stato il mio allenatore negli Allievi, il mio allenatore in Primavera e poi l’ho ritrovato in Prima Squadra da secondo di Sacchi e da secondo di Capello. Non ci siamo praticamente quasi mai persi di vista, ogni tanto ci si faceva una telefonata, e poi quando tornavo a Milano dalle mie esperienze al Sud lo trovavo magari a Cimiano, piuttosto che da altri parti sempre a lavorare con i ragazzini, anche quando era secondo di Capello in Inghilterra. Una roba incredibile”.

Era alimentato dalla passione per i giovani e per questo sport…

“Passione, umiltà, la voglia di mettersi lì a migliorare i ragazzi. Capello ha detto una cosa bella in un’intervista, ha detto che non era un allenatore, ma uno che migliorava i giocatori. Diciamo che in questi giorni ci siamo sentiti con tanti ex, che da ragazzi ci siamo frequentati nel Settore Giovanile del Milan. Quello che rimane è insegnamento di vita, insegnamento di educazione, disciplina, di regole. Fantastico, con queste sue espressioni colorite che però poi ti rimangono dentro…”

La figura di uno come Galbiati, di uno che migliora i ragazzi all’interno di un Settore Giovanile: “Credo molto in questo, lo insegnano a Coverciano. Una delle cose che ci insegnano a Coverciano è la ripetitività delle esercitazioni. Se noi pensiamo a migliorare un gesto tecnico, ripetendolo ogni giorno arrivi a renderlo naturale, fluido. C’è chi magari è bravo a calciare le punizioni e continuando a calciare le punizioni diventa eccezionale. I grandi campioni lo insegnano. E c’è chi magari ha delle lacune su un fondamentale che ripetendo col lavoro quotidiano può migliorare magari il piede più debole o il calciare d’esterno, magari usare la suola e tutte le parti del piede per migliorare. Il terzo tempo per andare a saltare di testa, il calcio al volo… Ricordo Van Basten che si metteva lì a calciare al volo, noi facevamo i cross ed eravamo lì con Italo a fare queste esercitazioni qua. Credo che non si finisca mai di imparare. Io avevo una buona tecnica ma tutti i giorni facevo la tecnica con Italo. Un altro come lui è suo figlio. Ricky è identico, stessa passione, stessa voglia di migliorare i ragazzi, e questa è una figura che non tutti anni e in cui non tutti credono, perché magari credono nelle esercitazioni di gruppo per poter migliorare le cose, questo assolutamente sì però se uno si mette a lavorare nel dettaglio, nell’aspetto più analitico un gesto tecnico penso che si possa migliorare. Peggio non fa. Poi bisogna saperlo fare perché a livello giovanile bisogna essere bravi a correggere. Vederlo fare è un conto, saperlo fare è un altro”.

Bisogna saperli mostrare questi movimenti. Il Milan ai suoi tempi aveva figure specializzate come Francesco Sità, mentre Galbiati lo ha fatto per anni: “Assolutamente. Se hai la possibilità di farlo vedere è importante. Se hai delle abilità anche tecniche per mostrare alcuni gesti assolutamente sì. I ragazzi sono spugne, nel vedere possono imparare. E poi bisogna correggerli. La posizione del corpo, il piede d’appoggio, usare la punta del piede, come usare il collo del piede, la rigidità o la flessibilità del piede… Ci sono tanti aspetti da considerare, e un bravo insegnante deve essere molto più bravo a far vedere. Però un buon insegnante deve essere bravo tecnicamente, quindi far vedere, e poi chiaramente deve avere l’occhio clinico per correggere o amplificare quelle che sono le qualità. Non è solo il migliorare i difetti, ma migliorare anche sulle qualità che è una cosa importante. Parliamo poi di livelli altissimi, se parliamo del Settore Giovanile del Milan o di ragazzi che fanno i professionisti è chiaro che più alziamo il livello della qualità più bisogna portare ad esaltarla questa caratteristica”.