Birindelli sulla finale di Manchester del 2003: “Ci sentivamo favoriti. Rigore? Mentre camminavo Dida mi sembrava più alto della traversa”

Alessandro Birindelli, ex giocatore della Juventus, è tornato a parlare a Repubblica della finale di Champions League persa nel 2003 ai rigori contro il Milan: “Mi rivedo sul charter, bloccato per due ore e mezza ad aspettare che partano i voli dei tifosi milanisti, noi in coda e loro a festeggiare. L’avevo già persa una volta questa maledetta Coppa, però la seconda fa più male perché sai che è l’ultima e intanto ripeti a te stesso ma bravo, grandissimo, sei riuscito a buttare via due volte la Coppa dei Campioni in finale. Il Milan era meno forte di noi che avevamo eliminato il Barcellona e i galacticos, loro invece andarono in finale dopo due pareggi contro l’Inter. Ci sentivamo favoriti. Entrai al posto di Tudor al 42’ e niente, non succedeva niente. Si arrivò ai supplementari quasi per inerzia. A un certo punto si fece male Roque Junior e il Milan aveva esaurito i cambi.
Allora dicemmo a Zalayeta di provare a sfondare da quella parte, gli gridavamo ‘puntalo!’, il brasiliano in pratica camminava però niente, eravamo stanchi, poco lucidi e non ne approfittammo. Dopo i supplementari senza gol, Lippi aveva chiesto chi se la sentisse. Chi diceva di stare male, chi si nascondeva. L’allenatore mi guardò e io gli risposi okay, non c’è problema. Gli andavo incontro e Dida mi pareva più alto della traversa. Sto camminando verso una montagna di portiere e penso dove tirerò, mi vengono mille idee in una manciata di metri, so che Dida è uno specialista nel parare i rigori. Infine calcio, finalmente, incrociando il destro a mezza altezza: gol”.

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