Calcagno (AIC) al CorSport: "Il salary cap è inattuabile in Italia"

Intervistato dai colleghi del Corriere dello Sport, il presidente dell'Assocalciatori Umberto Calcagno ha voluto sottolineare l'inapplicabilità del tetto salariale di cui si sta discutendo in questi giorni in Spagna alla Serie A: "Mi pare che anche il presidente Dal Pino abbia detto che il 'salary cup' è inattuabile. Noi l'abbiamo già testato per un decennio in Serie B e non ha riequilibrato i conti delle società. Forse è arrivato il momento di chiederci se i club siano arrivati a questa fase emergenziale facendo tutto il necessario negli anni precedenti".
Calcagno ha poi aggiunto: "Il nostro calcio è rimasto un gradino indietro rispetto ai competitor europei anche perché il sistema Paese non l'ha aiutato". Sulle responsabilità dei calciatori, il presidente dell'AIC è piuttosto categorico: "Durante il lockdown tutti i calciatori hanno fatto la loro parte. Non c'è un atleta che non abbia fatto rinunce economiche e oggi, dopo 6 mesi, siamo qui a parlare dello stesso discorso".
"Se non creiamo gli strumenti per una nuova sostenibilità del sistema - ha proseguito - tutto quello che faremo porterà a benefici di basso respiro. Noi non accetteremo che il tema degli stipendi diventi lo specchietto per le allodole per non parlare dei problemi veri del calcio, anche perché ricordo che molti contratti attuali sono stati fatti a settembre o a ottobre". Calcagno ha infine chiosato sull'ipotesi che il calcio debba ridimensionarsi: "Il problema c'è, ma non è giusto strumentalizzare gli stipendi più del dovuto. Passata questa stagione dovremo capire chi potrà permettersi di fare calcio e chi no".

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