Ibrahimovic: "Devo tornare in Italia come stabilito nel mio contratto. Il momento è preoccupante ma siamo responsabili"

Ibrahimovic: "Devo tornare in Italia come stabilito nel mio contratto. Il momento è preoccupante ma siamo responsabili"
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venerdì 24 aprile 2020, 16:14Le Interviste
di Matteo Calcagni
fonte Dplay Sweden

Zlatan Ibrahimovic, impegnato col suo Hammarby in un triangolare di allenamento, ha parlato ai microfoni di Dplay Sweden (www.dplay.se).

Sul momento: "Sono preoccupato, ricevo sempre molti aggiornamenti sulle cose che sono successe e che stanno accadendo. Allo stesso tempo non penso che possiamo fermare tutto e che devo andare avanti e vivere la mia vita. Voglio dire, possono succedere anche altre cose, ma tutti devono esser responsabili".

Sull'Hammarby: "Mi sento bene, sono molto felice di poter far parte di questo gruppo ed allenarmi con i ragazzi, visto che è tutto fermo in Europa, soprattutto in Italia dove non possiamo allenarci e bisogna stare dentro casa. Quindi sono molto felice di essere qui, per conoscere le persone fantastiche che lavorano nel club e anche i giocatori. Ad essere sincero, sono davvero grato di avere questa possibilità".

Sugli allenamenti e le differenze: "Tutto è fantastico, non è erba naturale ma sintetica, quindi la rapidità è molto alta. Dato che molti ragazzi sono molto giovani, hanno fame e vogliono raggiungere livelli più alti e vogliono mettersi alla prova. È fantastico, comunque vada spero di poter restituire loro qualcosa".

Sul ritorno in Italia: "Devo tornare in Italia come stabilito nel mio contratto. Devo rispettare il contratto, come professionista devi mantenere ciò che hai firmato".



Su un eventuale futuro all'Hammarby: "Non lo so. Ci sono molte cose in corso e non lo so. Voglio dire, chi sapeva che il Coronavirus sarebbe entrato in scena e avrebbe rovesciato il mondo in due settimane? Vedremo cosa succede. Al momento non penso a nulla perché ho un contratto con il Milan. Voglio giocare il più a lungo possibile. Giocherò con l'Hammarby? Non lo so. Ho sempre detto che non ci giocherò, ma ho anche detto altre cose che poi sono cambiate quindi vedremo cosa succede "

Sul ruolo in società: "Vengo con la mia competenza e conoscenza del lato calcistico. Il club è già gestito nel migliore dei modi. Il club vuole crescere. Voglio imparare il calcio da un'altra prospettiva. Sono sempre stato in campo ed è lì che ho mostrato il mio valore, ma dopo la carriera non sei più in campo e devi guardare fuori dal campo. Questa è una cosa diversa, voglio portare ciò che so al club e soprattutto per tutti i talenti là fuori, come posso aiutare a migliorarli".

Sulla passione per i colori dell'Hammarby: "Porto quello che so e sono qui per aiutare l'Hammarby ovviamente. Ho aiutato così tanto un altro club (Malmo ndr.)."

Sul Malmo: "Non ci ho pensato molto, volevo restituire qualcosa alla Svezia. C'è stata questa opportunità e ho pensato che fosse un'idea fantastica. Non ho pensato a molto altro, ho avuto la possibilità di imparare e contribuire in un altro modo a cui sono abituato. Voglio dire, al Malmo ho dato più di 100 milioni di corone, quindi ho fatto qualcosa per loro, giusto?".

Sulle reazioni a Malmo: "Possono fare quello che vogliono. Possono credere a quello che vogliono. Ho giocato per il Malmo e ho fatto quello che ho fatto per quella squadra anche se non ero il benvenuto lì e non mi volevano. Anche se mi è stato strappato il mio primo contratto. Nonostante questo ho deciso di aiutare il club e gli ho regalato 100 milioni di corone. La mia sensazione è che sono stato troppo buono. Una squadra svedese che ottiene più di 100 milioni di corone? In questi tempi difficili, è buono no? Allora dovrebbero essere riconoscenti, non ero voluto, non ero il benvenuto, ero l'ultimo della fila".