acmilan - Il filo conduttore

Le assenze aguzzano l'ingegno. Un vecchio luogo comune del calcio e della vita unisce le due ultime partite in campionato in cui i rossoneri hanno segnato quattro gol. Lo stesso punteggio: Sassuolo-Milan 1-4 nel settembre 2018, Lecce-Milan 1-4 lunedì sera. A Reggio Emilia era fuori squadra per infortunio Higuain, al Via del Mare è accaduta la stessa cosa con Ibrahimović.
Nelle due gare in questione, il Diavolo ha mandato in rete sei giocatori diversi tra loro: Kessie, Suso (doppietta a Reggio Emilia), Castillejo (un gol a Reggio Emilia e uno a Lecce), Bonaventura, Rebić e Leão. Contro il Sassuolo il cosiddetto falso nueveera proprio Samu Castillejo, a Lecce in questa funzione ha giocato Ante Rebić che è certamente più punta dell'andaluso ma non una prima punta di ruolo.
Otto gol senza il bomber di riferimento al centro dell'attacco e due gol segnati dopo una lunga fuga nella metà campo avversaria: Kessie a Reggio Emilia, Rebić a Lecce. Tutte queste assonanze portano a una sintesi: la consapevolezza dell'assenza del totem d'attacco induce tutti i giocatori a provarci, a inserirsi, a dare una mano in fase avanzata. Quando poi si trovano i meccanismi giusti nel corso del match, per le difese avversarie diventa difficile prendere le misure a un attacco congegnato in questo modo.
Anche a Lecce c'è stata grande intercambiabilità negli inserimenti, collaborazione di tutti nella fase offensiva e in quella difensiva. Esattamente come chiede Mister Pioli e come il Milan dovrà continuare a fare sia prima che dopo il rientro di Ibra.

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