Aspettando Godot Kessiè…

Aspettando Godot Kessiè…MilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
venerdì 1 febbraio 2019, 17:36News
di Redazione MilanNews
fonte di Massimo Bambara

Lo scrittore Samuel Beckett, all’inizio degli anni 50, scrisse un’opera teatrale intitolata “Aspettando Godot”. In essa, c’erano due uomini derelitti (Vladimiro ed Estragone) che aspettavano invano l’arrivo di un enigmatico personaggio di nome Godot. Mentre lo aspettavano, i due protagonisti trascorrevano l’intera esistenza. L’attesa infatti era infinita e l’arrivo del personaggio veniva costantemente rimandato al giorno successivo. In sostanza stava per arrivare, ma non arrivava mai. Si tratta di una commedia grottesca ed amara, priva di qualsiasi sviluppo e nella quale non accade praticamente nulla. Rappresenta il cupo specchio dell’esistenza umana di quell’epoca post-atomica, dove aveva preso piede il teatro dell’assurdo, cui Beckett seppe dare un importante contributo. Quella commedia teatrale ebbe così tanto successo che, da allora, l’espressione “Aspettando Godot” viene usata per riferirsi, spesso in modo amaramente ironico, a qualcosa che in apparenza sembra imminente, ma che in realtà appare destinata a non avverarsi mai. Non abbiamo scelto a caso questo titolo perché la situazione di Frank Kessiè oggi si incastra perfettamente all’interno della parossistica situazione riprodotta con sapienza ed arguzia da Samuel Beckett nella sua opera appena citata. Kessiè è stato il primo acquisto del nuovo Milan cinese. Quando il Milan andò a Bergamo nel maggio 2017 per una partita molto importante ai fini della qualificazione all’Europa League (finì 1-1 grazie ad un guizzo di Deulofeu nel finale) si parlava già con insistenza di un suo prossimo arrivo in rossonero. All’epoca Kessiè impressionò tutti per la sua corsa sciolta, per la tecnica di base, per la capacità di arare il campo sia in fase di possesso, sia in fase di non possesso; i tifosi del Milan a fine partita non erano contenti solo per il buon pareggio, ma anche per aver ammirato un loro futuro giocatore che aveva lasciato solo impressioni positive. Il Kessiè di Bergamo chiuse la stagione con 7 gol in 31 partite; quel picco di rendimento dal punto di vista realizzativo non è stato più raggiunto dal giocatore africano che, nella stagione 2017-18, indossando la maglia del Milan ha segnato solo 5 reti in 54 partite (al momento in quella attuale sono 3 in 25). L’aspetto davvero singolare di questi numeri è rappresentato dal fatto che l’ex centrocampista del Cesena e dell’Atalanta è un giocatore completo, al quale si fa fatica a trovare dei punti deboli sul piano delle pure caratteristiche. Il ragazzo infatti ha un’ottima tecnica di base. Giocando da mezzala mostra anche una buonissima protezione della palla sul primo scarico difensivo, aspetto che permette ai difensori centrali di “fidarsi” e di affidargli il pallone anche quando è pressato dagli avversari. La corsa di Kessiè poi è sempre fluida ed il ragazzo ha la tipica resistenza africana anche in situazione di stress fisico: dopo l’ora di gioco è uno dei pochi che resiste al calo di zuccheri e mantiene alta la sua soglia aerobica. Un aspetto questo, assolutamente fondamentale nel calcio moderno. Non a caso il ragazzo quasi mai viene sostituito nell’ultima mezz’ora perché anche quando è poco lucido rimane uno dei giocatori che più ne ha sul piano delle energie. Pertanto se tutte queste cose sono vere, perché oggi Kessiè appare così involuto, tanto da essersi persino meritato qualche fischio di troppo nelle ultime apparizioni? Perché ci ha costretto a citare la metafora di Godot per rappresentare la sua situazione di giocatore sul punto di esplodere ma che sembra non arrivare mai? Nel massimo della stima assoluta che abbiamo per il ragazzo, ci permettiamo di porre due meri rilievi di campo che servono a capire il perché questo giocatore così forte potenzialmente, non sia ancora venuto fuori per quelle che sono le sue qualità. In primo luogo i tempi di gioco. Kessiè ha il difetto congenito di portare troppo palla e di perdere tempi di gioco e di giocata che sono fondamentali nello sviluppo della manovra; è un istintivo che pensa di poter arrivare dritto fino alla porta, ma questa convinzione gli toglie opzioni di scarico e, conseguentemente, possibilità offensive. Dovrebbe ragionare di più, scaricare prima ed attaccare lo spazio sfruttando le qualità che madre natura gli ha dato nella falcata, nella progressione e nella potenza.

In un campionato in cui il livello di organizzazione delle squadre è così alto, le sgroppate difficilmente portano frutti positivi. In un anno e mezzo di Milan il buon Frank è riuscito a segnare soltanto un gol su una situazione di questo tipo: a Sassuolo, alla fine di settembre del 2018. Gol bellissimo, ma utopistico nello stesso tempo, in quanto nella nostra Serie A è quasi atipico e difficilmente replicabile. Se Kessiè inizia a pensare mentre corre col pallone fra i piedi può cambiare tanto della sua carriera. Oggi sono le giocate ad uno o due tocchi e gli inserimenti senza palla a decidere le partite. Lui ha tutte le qualità per diventare un attore protagonista, ma deve avere l’intelligenza di prenderne atto. Vi è altresì un secondo limite che Kessiè deve sanare presto: si tratta delle scelte e delle letture in fase offensiva negli ultimi 20-25 metri. La sensazione che il ragazzo dà, molto spesso, è quella di una singolare incertezza che lo assale nello scegliere la soluzione migliore. Non è sporadico vedergli commettere degli errori banali nelle scelte di passaggio contro difese schierate. Probabilmente ciò nasce da una cultura didattica non completa che ha ricevuto durante la sua formazione tecnica giovanile. Ad inizio carriera, non a caso, Kessiè veniva utilizzato prevalentemente da difensore centrale, ruolo in cui non vieni allenato a determinate situazioni offensive. La sua, pertanto, è una lacuna figlia della sua fase formativa che può essere sanata con esercitazioni continue su situazioni di campo. In questo caso c’è solo da dargli tempo e da farlo lavorare spesso, come immaginiamo già avvenga, su momenti chiave della fase di possesso palla, in cui per un centrocampista è necessario pensare e ragionare già prima di ricevere il pallone. Siamo convinti che Rino Gattuso sappia perfettamente queste cose e si stia prodigando al fine di farlo lavorare con dovizia di dettagli sulle situazioni in cui una mezzala di grande livello deve far prevalere la componente razionale su quella istintiva. I tempi di gioco e le letture sono quindi i due limiti che, oggi, ci stanno facendo vedere un giocatore meno bravo di quello che invece Kessiè è realmente. Si tratta di dettagli di campo che, se sanati, possono far svoltare la sua carriera e le stagioni future del Milan. A nostro personale avviso Kessiè ha tutto per divenire presto la classica mezzala box to box da doppia cifra stagionale: deve crederci lui per primo e deve lavorare alacremente sui suoi difetti e sulle sue lacune. La svolta mentale, in tantissimi casi, è sempre l’anticamera di una grande carriera. Nella commedia di Beckett, Godot non arriva mai. Tuttavia vogliamo contestualizzare quell’opera al teatro dell’assurdo dell’epoca e l’accostamento fra Kessiè ed il fantomatico Godot è solo un modo da parte nostra per esorcizzare il pericolo di un’eterna incompiuta. Non lo merita questo ragazzone dal sorriso gentile che ha tutto per diventare fortissimo e non lo merita nemmeno il Milan che ha avuto il merito di credere, sin da subito, nelle grandi qualità di Frank Kessiè. Adesso, però, è arrivato il momento di una svolta. Per lui e per noi.