Bocci: "Mi aspetto di ritrovare un Allegri che riprenda certi principi di calcio che aveva e poi si sono smarriti"

Il Milan si appresta ad affrontare un'altra estate di cambiamenti: con l'arrivo di Igli Tare in dirigenza e il ritorno di Massimiliano Allegri sulla panchina, il club rossonero cercherà di avviare un nuovo ciclo, tentativo che l'anno scorso, nel post Pioli, ha fatto fragorosamente cilecca. A parlare del tecnico del Diavolo è la collega giornalista Alessandra Bocci, firma della Gazzetta dello Sport e con tanti anni di esperienza al seguito del Milan, che è stata ospite sul canale YouTube di Carlo Pellegatti. Le sue dichiarazioni.
Sul piano tecnico-tattico come si è evoluto Allegri secondo te?
"Secondo me lui è sempre stato elastico a livello di utilizzo dei giocatori: nel suo primo periodo al Milan, quando le cose hanno iniziato ad andare un pochino peggio, da una frangia dei tifosi è stato accusato di essere aziendalista. Perché Allegri aveva creato con Galliani, così come Agnelli poi alla Juve, un rapporto di simbiosi professionale: non era aziendalista in maniera cinica, era empatia tra dirigente e allenatore. Ha avuto sempre l'ambizione di essere un pochino manager all'inglese, credo che tornando al Milan undici anni più tardi è maturato ma mi aspetto che sia un ritorno alle origini: mi aspetto di ritrovare un Allegri che riprenda certi principi di calcio che aveva all'inizio e poi si sono smarriti per strada per situazioni contingenti. Al Cagliari giocava 4-3-3 e giocava molto bene, per esempio. Bisogna ricordare che ogni squadra ha il suo timbro: il Milan ha sempre avuto un timbro di necessità di apparire su certi palcoscenici, la Juventus è sempre stata più ancorata all'Italia. Il passaggio da una società all'altra ha influito sul suo stile: io tutto sto corto muso quando era al Milan non me lo ricordo... Poi è chiaro, sono diversi i giocatori e le situazioni".

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