Conte sottolinea una differenza tra lo Scudetto del Napoli e quelli vinti in passato

Domani Antonio Conte sarà protagonista del format 'Federico Buffa Talks', in onda su Sky Sport. Il tecnico salentino ha rilasciato un'intervista di cui, dopo un primo estratto, è stato proposto un altro stralcio: "Ci sono delle cicatrici profonde. Ecco perché a volte io tiro fuori una cattiveria che può far paura, timore. Cerco in tutti i modi di vincere e celebrare le vittoria, cosa che io in passato tante volte non ho fatto e mi sono pentito. A Napoli me la son goduta perché si fa tanto per arrivare al traguardo e vincere, una volta che tu arrivi al traguardo devi godertela altrimenti non ha senso fare il percorso e fare tutti quei sacrifici".
In un altro passaggio Conte si era espresso così: "Io quando arrivo ad Arezzo, pronti-via non sono allenatore. Sono uno che pensa di essere allenatore, in virtù del fatto di esser stato allenato da tutti i grandi tecnici di quel periodo. Tranne Capello, io sono stato allenato da Lippi, Sacchi, Ancelotti, Fascetti, Mazzone. Arrivo ad Arezzo e penso di essere un allenatore per questo motivo, ma non ero un allenatore. Prendo questa bella mazzata nei denti e capisco che devo studiare. Quando dico che ad Arezzo ho fatto cinque anni in uno, lì divento allenatore. Ringrazio anche il Signore di essere stato mandato via. Perché se non vengo mandato via e non capisco alcune dinamiche, e non mi metto a studiare, magari rimango l'Antonio Conte che crede di essere allenatore ma è ancora giocatore nella testa".

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