Ibrahimovic: "L'esempio si da con i fatti, non a parole. Se non avessi passione a 41 anni non sopravvivrei"

In diretta dal palco dei Globe Soccer Awards a Dubai, Zlatan Ibrahimovic ha parlato di vari temi. Queste le sue dichiarazioni:
Sulle sfide contro Sergio Ramos: "Ho bei ricordi, contro di lui è sempre stata dura. È un difensore aggressivo, e quando ti trovi in queste situazioni contro giocatori del genere personalmente mi diverto. Ti tira fuori il meglio".
Sugli esempi che i giovani devono seguire: “Una volta che la nuova generazione arriva devono seguire qualcosa e scegliere un esempio. Devi essere un esempio non solo parlando, ma con i fatti. Se non fai i fatti non c’è credibilità. Non ho perso la passione per quello che faccio, posso essere un esempio".
Sulla fisicità del calcio di oggi: “Il calcio sta diventando sempre più veloce e fisico, e man mano che invecchi è ovvio che perdi qualcosa. Ma se riesci a rimanere in forma poi quello che perdi in velocità lo guadagni in intelligenza”.
Sull'impatto che alcuni club particolarmente ricchi hanno sul mondo del calcio: "I giovani che diventano forti da subito sono appannaggio di alcuni team importanti che hanno più soldi da spendere. Ma alla fine gli investimenti fanno crescere tutti. I club che non hanno soldi devono lavorare diversamente, in modo più intelligente. Usare giocatori di esperienza per far crescere i giovani. Poi, chiaro, se sei il Psg metti in piedi un Dream Team".
La sua passione e i suoi idoli sportivi: "La passione è quella che ti manda avanti. Ho 41 anni, se non avessi passione non sopravvivrei. Tutto va veloce, io devo lavorare sempre duro, allenarmi, recuperare. Passione, passione, passione. Quando perdi la passione perdi la disciplina. Il mio vero ispiratore è Mohamed Alì, ma se dovessi scegliere un giocatore come modello direi Ronaldo il Femomeno, perché mi ha fatto appassionare al calcio".
L'aneddoto su Capello: "Mi ha fatto grande, ma mi ha anche rotto le scatole (ride, ndr). Quando sono arrivato alla Juve il primo giorno ero entusiasta di essere finalmente in una grande squadra. Vedo Capello e lo saluto 'Buongiorno Mister'. Lui sfogliava la Gazzetta dello Sport, e non alzò gli occhi e non mi rispose. E dopo 10 minuti ancora aspettavo… Ho imparato molto da lui, mi ha insegnato la disciplina".
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