Kjaer a DAZN: "Siamo un gruppo unito, quello dell'aspetto mentale è un discorso complicato"
Simon Kjaer ha parlato a DAZN al termine di Milan-Sassuolo. Queste le sue dichiarazioni:
Il cerchio tutti insieme a fine partita: “C’è un gruppo unito, un gruppo che sta lavorando ogni giorno per andare avanti sulla strada insieme. È fondamentale”.
Mentalmente cosa vi lascia questa partita? “Ogni tanto il calcio è così, devi essere capace di portare il risultato a casa in serate come questa. Sapevamo delle qualità del Sassuolo ma soprattutto conosciamo le nostre. Ogni tanto troviamo difficoltà durante la partita ma la cosa che più mi è piaciuta oggi è che siamo stati una squadra unita, tutti correvano in avanti e tutti correvano indietro. Abbiamo portato un 1-0 a casa con i nostri tifosi”.
Il Milan ha fatto esordire tanti giovani: “La cosa importante è entrare e fare il proprio lavoro. Tutti da bambini hanno questo sogno, poi qualcuno riesce ad entrare qua a San Siro. È uno degli stadi più belli e importanti del mondo. Godo di questa cosa, è speciale”.
Le difficoltà sorte durante la stagione sono di natura mentale o di continuità tecnica? “È una bella domanda. L’aspetto mentale non è così semplice. La mentalità di tutti in questa squadra la vedo ogni giorno, e vedo che è una squadra unita. Ci sono gruppi dentro il gruppo grande, ma tutti vogliono bene a tutti. Non c’è qualcuno che va in altre direzioni. Nel calcio ci sono situazioni durante la partita dove ti può cambiare tutto. Puoi prendere gol mentre domini e ogni tanto puoi vincere una partita… Mi ricordo anche la partita che abbiamo giocato ad Anfield contro il Liverpool dopo il primo tempo stavamo vincendo. Dicevo alla squadra “Come stiamo vincendo questa partita?” perché il Liverpool ci aveva davvero messo sotto pressione. Allora significa che nel calcio tutto può succedere, nel positivo e nel negativo. È un discorso molto delicato, come squadra proviamo sempre ad imparare a come reagire a questi momenti. Dal punto di vista mentale puoi avere tutta l’esperienza del mondo però ci sono partite dove puoi perdere un po’ di attenzione e deve essere il gruppo a portarti sulla strada giusta di nuovo. Un aspetto molto difficile però per me oggi è stato molto importante: ci sono state situazioni in cui potevamo fare meglio però abbiamo fatto uno scatto di 50 metri indietro per difendere e poi ripartire. Quello è un buon segnale per me”.
Com’è Theo da centrale? “È un difensore centrale a cui ogni tanto devo dire “fermo, stai qua, non andare via”. È un giocatore che gioca d’istinto, è la sua forza. Ogni tanto, se sei difensore centrale, devi scegliere il momento. Lui sta ascoltando quello che gli sto dicendo, quindi va bene (ride, ndr)”.
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