Milan Campione d'Italia, una lezione da cui non tutti prenderanno appunti

UNDICI anni dopo è SCUDETTO. Si, avete letto bene: SCUDETTO. Il Milan è Campione d'Italia per la diciannovesima volta nella propria storia. Un campionato dominato dai rossoneri. Un dominio che per molti "esperti" di calcio è un vero e proprio miracolo sportivo. Il "Leicester d'Italia" si può leggere sui social o, ancora meglio, il "Lille d'Italia", a causa dei tanti interessi che collegano il club francese a quello di Via Aldo Rossi (che nei prossimi giorni stringerà per chiudere Botman e Renato Sanches). La verità è soltanto una: la tanto criticata gestione da parte di Elliott, che ha imposto determinati paletti a Gazidis, Maldini e Massara per sanificare i conti del club e ridare mercato ad un club che fino ad un paio di anni fa era in netto declino, è il modello che in Europa funziona più di tutti.
L'esempio perfetto è il Lispia: un club nuovo, fresco e con mentalità aziendale. La RedBull fa da maestro in questo campo. Questo significa crescere sia economicamente, sia sportivamente parlando. Il successo di questo campionato MERITATO da parte dei rossoneri è una lezione da cui in pochi - ma veramente pochi - prenderanno appunti. Ma questo è il futuro, questo è il nuovo calcio europeo per chi non può permettersi i 120 milioni alla firma di Mbappe, i 30 milioni di sterline ad Haaland e le stelle mondiali del calcio che portano ad un solo risultato: figuracce in campo europeo, dove il Milan per anni ha comandato.

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