Nava a MTV: "Maignan punto di riferimento. Sogno l'esordio con la maglia del Milan"

Nava a MTV: "Maignan punto di riferimento. Sogno l'esordio con la maglia del Milan"MilanNews.it
martedì 9 aprile 2024, 15:40News
di Lorenzo De Angelis

Il portiere del Milan Lapo Nava, insieme al padre Stefano, ex difensore rossonero, si è raccontato ai microfoni di Milan TV per il format 'Homegrown', nel corso del quale sono intervenute anche figure importanti nel processo di crescita del giovane portiere di Stefano Pioli, come ad esempio il preparatore Gigi Ragno ed il compagno di squadra Antonio Mirante. Queste le sue, le loro dichiarazioni. 

Lapo Nava è cresciuto nell'Oratorio di San Simpliciano, dove il papà Stefano ha iscritto tutto e tre i suoi figli sin dal nido. Che effetto ha fatto tornare in quel posto insieme al padre? "Grande emozione, perché non ci tornavo da parecchio. Adesso vederlo che hanno fatto alcuni cambiamenti, hanno migliorato un po' il campo, mi fa molto piacere". 

Se ti parlo di valori Stefano, che valori ti vengono in mente? E' chiaro che il Milan vi unisce un po', però c'è molto altro nella vostra vita. Rapporto padre-figlio: "I valori sono quelli del lavoro, dell'onestà, del sacrificio e della lealtà. Questi sono i valori che mi hanno accompagnato, che hanno fatto parte della storia del Milan, e che ovviamente come genitori abbiamo cercato di trasmettere ai nostri figli. Sono le fondamenta. Poi ovviamente i ragazzi crescono, escono di casa, e c'è la speranza, voglia che possano fare incontri siano fortunati. Però penso che un genitori da le fondamenta importanti ai figli probabilmente la strada è abbastanza sicura". 

Lapo e la passione per il calcio: "In casa nostra c'è sempre stata la passione per il calcio. Avendo papà che ha sempre giocato a calcio, ha avuto diverse esperienze in diverse squadre in Italia, diciamo che la passione c'è sempre stata e si sente molto forte a casa nostra. Poi vabbè lui non ci ha mai imposto di giocare a calcio, per forza giocare col pallone, voleva solo che andassimo bene a scuola e che ci tenessimo un pochino in forma. Poi la passione si trasmette anche vedendo i quadri a casa, il Milan in TV, quindi la passione si è trasmessa ed ho cominciato a giocare a calcio anche io e da lì non mi sono mai fermato". 

Quindi per te calcio è sempre stato Milan? "Io sono sempre stato un tifoso del Milan, lo sono tutt'ora. Per me il Milan è veramente la squadra che amo e tifo fin da quando ero un bambino. Prima di arrivare al Milan ho fatto però una serie di esperienze in una squadra di Milano ed alla Pro Sesto, poi ovviante sono stato chiamato dal Milan ed il cuore ha deciso che per forza dovevo venire qui a giocare". 

Gabriele Carluccio (ex allenatore dei Lapo) su Nava: "I valori di Lapo sono valori importanti. Un ragazzo umilissimo, rispettoso non solo di noi allenatori, preparatori, dirigenti, rispettoso anche nei confronti dei suoi compagni di squadra. Penso che questi siano valori che Lapo abbia acquisito in famiglia, avendo avuto modo di conoscere personalmente il nonno che l'accompagnava sempre alle partite perché Stefano era impegnato con la Primavara del Milan all'epoca e quindi non aveva molta possibilità di seguirlo. Il nonno era diventato il nonno di tutti i componenti della squadra, sempre disponibile, gentile, quindi ritengo che determinati valori li abbia acquisiti all'interno della famiglia". 

In quel caso avere papà Stefano che ti indirizza, nel senso che ti lascia libera scelta, immagino, conoscendolo poi, che sia stato tutt'altro che imposizione. Però come ti condiziona? "Non mi ha mai condizionato perché le scelte le ho sempre fatte io. Però ovviamente lui, avendo già vissuto quest'esperienza, avendo già vissuto nel mondo del calcio, mi ha aiutato a fare le scelte giuste, però la scelta finale è sempre spettata a me. Ovviamente ascolto i suoi suggerimenti, però l'ultima scelta è sempre mia personale perché sono io che faccio questo lavoro e sono io che sto inseguendo questo mio sogno". 

Come e perché hai deciso di diventare portiere? "E' una storia molto divertente perché ero piccolino, giocavamo ancora a 5, e nella mia squadra mancava il portiere, quindi ogni tanto facevamo a turno. Toccata a me, ed abbiamo vinto 10 a 1. Ho subito io gol sotto le gambe, però da lì ho capito che mi piaceva molto e che sono molte le responsabilità che ti porti addosso, ed è una cosa che a me piace, mi stimola e mi fa venir voglia di dare sempre di più per migliorare". 

Da questo punto di vista degli idoli, ti sei ispirato a qualcuno, ti piaceva molto un portiere, o non è centrato molto? "Non ho mai avuto un portiere al quale mi sono ispirato. Ovviamente ora che mi alleno tutti i giorni con Mike (Maignan ndr) è un punto di riferimento perché in questo momento per me è uno dei portieri più forti del mondo, ed è bellissimo allenarsi con una figura che ti aiuta, ti insegna e ti da consigli tutti i giorni e ci tiene a te per farti migliorare. Quindi in questo momento per me è Mike il portiere al quale mi ispiro". 

Guardando questi campi, la struttura di Milanello. Oramai ci entri tutti i giorni, ma c'è qualcosa che ti viene in mente di quando eri bambino più che ragazzino, perché la tua storia è stata iniziare qua poi dicevi giustamente alla Pro Sesto, poi tornare qua, quindi è stato un po' da comporre il puzzle: "La prima volta che sono venuto ad allenarmi qui, al Vismara, avevo 8 anni e facevo un percorso di crescita e mi tenevano sotto occhio. Poi ho fatto le mie esperienze e son tornato a 13 anni a giocare finalmente ed ufficialmente per il Milan". 

Gigi Ragno su Lapo Nava: "Lapo l'ho conosciuto davvero che era un bambino. Ha iniziato a fare i primi allenamenti al centro Vismara che aveva 8 anni, ed ha fatto un inserimento graduale nell'attività di base per poi dopo iniziare ad intraprendere un percorso nella pre agonistica. Quindi insieme ad altri preparatori dei portieri, soprattutto istruttori, abbiamo sicuramente accompagnato Lapo in questo percorso di crescita che poi è arrviato per suoi meriti fino alla prima squadra". 

Se ti dovessi dire una cosa tecnicamente, una cosa invece psicologicamente umanamente, che ti hanno colpito nella sua crescita cosa diresti? "La dedizione. La voglia sempre di migliorare e di confrontarsi, mettersi in discussione. E' un ragazzo che ambisce a fare un percorso importante ed a vivere anche la vita del professionista. In questo momento per meriti suoi, e comunque anche la società anche l'ha premiato. Dopo di che adesso inizia il suo viaggio che mi auguro possa essere lungo". 

Lapo Nava su Gigi Ragno: "Gigi è stato per me davvero una figura molto importante, perché l'ho avuto quando ero piccolo,  l'ho avuto quando avevo 15-16 anni e l'ho ritrovato adesso in prima squadra. Mi ha fatto crescere molto perché mi ha dato valori e mi ha fatto capire come devo interpretare ogni cosa per poter fare sempre meglio. Quindi a Gigi gli voglio veramente tanto bene. Lo ringrazio veramente tanto per quello che ha fatto per me". 

Hai aumentato tanto la massa muscolare nell'ultimo anno: come lavorare con anche un portiere come Mike che fa dell'esplosività delle doti fisiche incredibili una forza, ti stimola in questi mesi? "Avere una figura come Mike è molto stimolante. Io e Mike abbiamo un rapporto un po' diverso rispetto agli altri portieri, perché io parlo francese e quindi riusciamo a capirci meglio. Diciamo che mi ha preso sotto la sua ala e mi ha dato molto consigli sia a livello tecnico che tattico, che delle visioni di gioco che non avevo prima e che sto provando ad integrare nel mio percorso, ma soprattutto a livello mentale. Mike è una personalità molto tosta, nel modo giusto, e quindi ringrazio anche lui per quello che mi sta insegnando tutti i giorni. Sono contento di essere qui in prima squadra, ma ovviamente voglio crescere ancora di più ed ambire ad essere titolare". 

Antonio Mirante su Lapo Nava: "L'ho visto crescere in quest'anno in maniera esponenziale. Sono contento per lui perché è un ragazzo serio, ha in mente il suo obiettivo, poi quando un ragazzo si approccia in questo modo al calcio ed anche ai compagni più grandi, merita il sostegno che noi gli diamo, io insieme a Mike ed a Marco Sportiello. Quindi per noi è come un fratello minore che va custodito ma anche in certi momenti spronato come giusto che sia, però credo che lui sia sulla giusta strada. Sicuramente ha ricevuto un'ottima educazione, perché è un ragazzo super educato, e poi si vede che è un ragazzo che ci tiene ed è super focalizzato su quello che è il suo futuro". 

Papà Stefano sul ruolo di Lapo al Milan: "C'è dell'orgoglio perché arrivare a questa posizione è molto complicato. Cerco di stargli vicino con qualche consiglio se lui li chiede naturalmente. Io gli dico sempre che il lavoro paga, la voglia di lavorare supera il talento. E' entrato in questo grandissimo imbuto dove tantissimi ragazzi ci si buttano con i loro sogni, lui è nella punta ed ora deve cercare di fare quel salto di qualità per avere un percorso sereno e fortunato. Speriamo abbia le competenze per poterlo fare, ma fino a qua è stato bravo". 

Avere come guida un papà come Stefano che ha conosciuto forse il miglior Milan della storia della società che responsabilità è per te, che la vivi comunque in maniera molto leggera, però deve essere una bella investitura: "Si lo è, ma è soprattutto è una fortuna perché avere una persona che ha già vissuto questo percorso e questa passione mi trasmette dei valori che provo a mettere tutti i giorni in quello che faccio. Mi reputo fortunato di avere una persona al mio fianco che mi ha aiutato parecchio nelle scelte che ho fatto e nei parecchi momenti difficili di questo percorso". 

Prima convocazione a San Siro contro la Roma l'anno dello Scudetto: ricordi bellissimi immagino: "Ricordi bellissimi. Essendo sempre stato un tifoso del Milan entrare a San Siro come giocatore è tutta un'altra cosa. Una cosa veramente incredibile: ricordo ancora le sensazioni che ho provato. Ero un po' teso, spaventato, avevo un po' di pressione addosso perché dovevo comportarmi bene, però son contento, non poteva andare meglio di così". 

Ricordo di quella serata? "Quando entri dentro il corridoio prima di salire le scale per andare al campo per andare a fare riscaldamento che sono alla fine tutti lì per guardare alla fine noi, è un bel ricordo". 

Nava sul ruolo che ha in squadra: "Andare lì da secondo o da terzo non è che cambia molto, perché fai le stesse identiche cose. C'è un pochino più di pressione, una sensazione diversa perché in caso si dovesse fare male il titolare entri tu. Però non è stata differente dalle altre. Poi ovviamente ero contento perché fare il secondo in una partita importante come contro la Juve è stato un bel step in più, però ora manca l'esordio, e vediamo se arriverà quest'anno o l'anno prossimo". 

Cosa senti di dire a chi inizia a fare il giovane portiere adesso, e cosa vuoi dire a te stesso fra qualche anno: "Diciamo che l'ho sognato molto spesso, e mi sto avvicinando sempre di più all'esordio con il Milan, quindi...L'ho sognato, alle volte faccio anche gli incubi, ma spero che sia un momento che arrivi molto presto. Spero di viverlo al 100% perché è una cosa che sogno da quando ero piccolino. Una cosa che vorrei dire, non a me stesso ma al mio papà, che comunque diciamo che faccio non lo faccio per lui ma per me stesso, ma vorrei dirgli oh, ce l'ho fatta. Ci sono arrivato anche io".