Pagni: "Milan al Qatar? Ecco perché non ci sono le condizioni per una nuova vendita"

L’altro giorno un lancio dell’agenzia Adnkronos ha rivelato l’esistenza di un incontro tra la proprietà del Milan e i i rappresentanti del fondo di stato del Qatar, interessato a rilevare il club rossonero. Dopo un primo no comment da parte del Milan, il fondo Elliott ha smentito che ci sia una trattativa in corso.
Ma un incontro c’e’ stato a Milano? O magari da qualche altra parte?
Domande legittime, da parte dei tifosi. Ma anche se ci fosse stato, non cambia la sostanza. Come si e’ visto in maniera evidente con il caso Fiorentina e meno eclatante con il caso Roma, i club italiani sono al centro dell’interesse di investitori arabi, americani o anche di magnati russi. O, in generale, dei fondi di investimenti, come dimostrano il caso Sampdoria. O come dimostra il caso dei club finiti in mani straniere (Milan, Inter, Bologna).
Questo significa che chi rappresenta – o dice di rappresentare – possibili acquirenti va in giro a fare domande, proporre dossier, sondare la possibilità di trattative. Ma nel mondo della finanza e’ una cosa normale. Incontri, colloqui o avvicinamenti di questo tipo sono la quotidianità. Ma che poi l’affare vada in porto e’ ben altra cosa.
Tra l’altro, le indiscrezioni su fondi interessati al Milan si susseguono ciclicamente da quando Elliott ha preso il controllo della società un anno fa. Ma anche questo e’ facilmente spiegabile: Elliott di mestiere fa il fondo di investimento, cerca di comprare a prezzi convenienti, per rivendere dopo un tot anni a un prezzo piu’ alto, pagando cosi’ un rendimento il piu’ possibile elevato a chi ha dato loro i soldi da far fruttare.
Per cui e’ normale che prima o poi venda. L’accento va posto allora su quel “poi”. Perché Elliott venda subito, qualcuno deve presentarsi con un assegno molto sostanzioso. Ma, date le attuali circostanze, il Milan si vende ancora a sconto: da 6 anni fuori dalle Coppe, un parco giocatori di livello medio, fatturato attorno al ventesimo posto in Europa, in un campionato (e in un paese) lontano dai valori di 10-15 anni fa.
Per cui e’ molto piu’ probabile che Elliott “metta sul mercato” il Milan dopo il ritorno in Champions, dopo aver valorizzato i giovani che sta ingaggiando e che continuerà a ingaggiare, dopo aver avviato il progetto stadio e come minimo ottenuto il via libera dal Comune, dopo aver aumentato sensibilmente il giro di affari nonché il numero e il valore degli sponsor.
Tra l’altro c’e da considerare che per anni Elliott e’ stato considerato un fondo altamente speculativo, pronto a sfruttare occasioni dove c’era la possibilità di guadagnare con cause legali o spingere le società a vendere parte degli asset di proprietà per poi incassare tramite dividendi straordinari. Negli ultimi due anni ha cambiato in parte strategia. entrando in società sottostimate per aumentarne il valore di Borsa o di mercato. Un po’ come ha fatto per il Milan. Strategie che necessitano di rimanere nel capitale per qualche anno, perchè non e’ detto che il risultato si veda subito.
Certo: rimane la possibilità che l’arabo o il russo di turno si presenti con l’offerta a cui non si puo’ dire di no. Ma per tutto quello che abbiamo detto, al momento appare improbabile.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 8/08 del 22/04/2008
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore editoriale e responsabile: Antonio Vitiello
© 2025 milannews.it - Tutti i diritti riservati

Sito non ufficiale, non autorizzato o connesso ad A.C. Milan