Pagni: "Milan, scontro tra Elliott e Gazidis per il via libera a Ibrahimovic"

Di seguito l'articolo di Luca Pagni sulla trattativa tra Milan e Ibrahimovic.
"E’ una questione di soldi, sicuramente. Ma anche una battaglia di principio. Attorno al possibile arrivo di Zlatan Ibrahimovic al Milan si sta giocando anche una partita tutta interna alla società. Con due partiti contrapposti. Il primo è schierato contro la trattativa per il centravanti svedese, perché non ritiene che sia una spesa eccessiva per un giocatore di 38 anni. E si richiama al “principio” della politica fin qui perseguita dal Milan: puntare su giovani di qualità e prospettiva sperando di trovare i campioni di domani o comunque giocatori con cui monetizzare sul mercato.
Dall’altra parte abbiamo chi vede in Ibra una opportunità fondamentale per ridare slancio a una stagione fin qui fallimentare: potrebbe riportare entusiasmo tra i tifosi, sarebbe fondamentale per alzare il tasso di esperienza della rosa rossonera tra le più giovani della Serie A, ma soprattutto alzerebbe il tasso di personalità di una squadra che ha perso più di una partita per essersi sfarinata al momento decisivo. Vedi, non ultima, la sfida contro la Juventus. Ma, perché no, anche uno strumento di marketing commerciale essendo uno dei giocatori più noti e carismatici del mondo del pallone globale.
Ma che interpreta le due tesi contrapposte? Chi guarda al bilancio e al principio del “largo ai giovani” è in particolare l’amministratore delegato Ivan Gazidis. Già l’anno scorso si oppose all’ingaggio di alcuni “vecchi” del calcio europeo: lo stesso Ibra ma anche Cesc Fabregas. Gazidis pensa che il Milan non debba lasciare la strada già tracciata dei giovani e, inoltre, ritiene che la richiesta di Ibrahimovic (un milione al mese per 18 mesi sia eccessiva. E non può essere considerato un investimento per il futuro.
Dall’altra parte abbiamo, oltre a Boban e Maldini, anche una parte dei manager di Elliott. Non lo considerano un investimento, ma l’equivalente dell’ingaggio di un consulente che deve rimediare a una situazione difficile. Un una tantum che non contraddice la politica sui giovani, essendo da considerare una eccezione. Al punto che l’arrivo di Ibra potrebbe non essere la sola: i vertici di Elliott – quindi anche l famiglia Singer – ha colto l’eccezionalità del momento, con il Milan che non può permettersi di restare un altro anno fuori dall’Europa. E sono convinti di avere un buon gruppo di giovani a cui manca quel quid di esperienza che potrebbe riportarli nelle parti alte della classifica in tempi brevi. E con tuitto il girone di ritorno si può fare.
Insomma, la classica eccezione che conferma la regola".

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