Pagni: "Milan, tutto quello che Gazidis si è "scordato di dire": su stadio, Uefa, Champions, sponsor… e Maldini"

Pagni: "Milan, tutto quello che Gazidis si è "scordato di dire": su stadio, Uefa, Champions, sponsor… e Maldini"MilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
mercoledì 29 maggio 2019, 21:01News
di Matteo Calcagni
fonte di Luca Pagni per bollettinomilan.wordpress.com

Non c’è che dire: chi ha suggerito a Ivan Gazidis come o cosa comunicare è un professionista di livello. A dimostrazione del fatto che avere consulenti di livello è sempre importante. “La storia delle belle promesse non mantenute è finita”: se il Bollettino dovesse scegliere una frase che riassume gli 8 minuti e 13 secondi necessari per leggere l’intervista che l’amministratore delegato del Milan ha rilasciato alla Gazzetta dello Sport non c’è dubbio che sia questa. Perché traccia un confine tra il prima e il dopo, ammette in modo elegante che ci vorrà ancora tempo prima che il Milan torni tra i grandi d’Europa, mette le mani avanti sul fatto che l’anno prossimo sia obbligatorio arrivare al quarto posto, fa capire che non arriveranno campioni ma verranno creati in casa e – soprattutto – mette una pietra tombale sulla grandeur berlusconiana, di cui l’anno cinese è stata l’ultima appendice.

Gazidis fa capire che siamo all’anno zero: “Sono arrivato a dicembre e ho impiegato tutto il tempo a disposizione  per capire il club e il calcio italiano. Ma ora che la stagione è finita è arrivato il momento di spiegare il progetto della società e il mio punto di vista”. In sostanza, Gazidis (ed Elliott attraverso di lui) fanno intendere che si sono prima affidati a chi c’era (Gattuso) e a chi è stato loro suggerito (Leonardo, scelto da Scaroni, e poi Maldini): ma i risultati non sono stati quelli sperati. E la mancanza dei 50-60 milioni della Champions costringono a rivedere tutti i piani. In realtà, come ha spiegato il Bollettino nel suo precedente post, la ristrutturazione era già stata decisa, ma ora viene gestita senza polemiche e nel modo più impossibile indolore.

Gazidis ha messo ben in chiaro che si riparte dai giovani: come avrebbe dovuto fare Berlusconi dopo l’ultima Champions, quando era evidente che non avrebbe più potuto investire come prima. Per questo, ancora più che il mancato quarto posto sulla scelta di azzerare tutto ha pesato il fallimento della Primavera: perché la “cantera” deve essere la fucina di una parte della prima squadra, nonché una fonte di entrata per la cessione a club di seconda fascia o delle serie minori. Allo stesso modo, Gazidis ha messo in chiaro che ci vorrà qualche anno per risalire, mano a mano che saliranno i ricavi. Ripetiamo: comunicazione efficace: ribadisce quello che il Bollettino va ripetendo da mesi sulle intenzioni di Elliott.

Talmente efficace da far passere in secondo piano – a una lettura poco attenta – tutto quello che Gazidis non ha detto. O che forse non gli è stato chiesto. Una serie di lacune non di poco conto. Ecco allora, cosa avrebbe domandato il Bollettino se gli fosse stata data la possibilità di intervistare il manager inglese

Stadio, a che punto siamo? A un certo punto Gazidis dice: “Trovare le giuste soluzioni per lo stadio. Che sia San Siro o un nuovo impianto dovrà essere invidiato dal mondo”. Ma come? Non si era detto che era impossibile giocare a San Siro durante i lavori di ristrutturazione? Che ci vuole un impianto moderno? E che fine ha fatto il progetto che doveva essere presentato a fine maggio al sindaco Sala? E’ tornata in auge la possibilità di ristrutturare San Siro?

Uefa, battaglia legale o diplomazia? Una delle ragioni per cui non si può spendere per i campioni è data dalle limitazioni del fair play finanziario. Ma Elliott non era pronta a dare battaglia per non vedersi limitare nella sua possibilità di investire? Certo, senza Champions  l’urgenza viene meno, ma almeno sarebbe stato bello avere la conferma di una “trattativa” o meno con Nyon e della proposta di avere un anno in più di tempo per rientrare nei parametri del FPF.

Champions ancora rinviata? Il quarto posto non era un obiettivo di questa stagione, è stato ripetuto dai dirigenti del Milan come un mantra nelle ultime settimane. A parte l’effetto “la volpe e l’uva”, il fatto che si riparta da zero rimanda ancora una volta (sarebbe il sesto anno) il ritorno in Champions? Per carità, meglio essere chiari e umili, ma più che studiare il calcio italiano, in questi mesi Gazidis avrebbe potuto anche intervenire. Come capo azienda, una qualche responsabilità ce l’ha anche lui, perché non pensiamo che passasse tutta la giornata in ufficio a studiare le carte….

Sponsor e ricavi? E’ chiaro che se il Milan non torna protagonista, difficilmente può aumentare i ricavi commerciali solo mettendo nelle brochure le foto della sua bacheca dei trofei, per quanto la seconda più ricca al mondo. Ma dall’estate scorsa non ci sono stati grandi passai avanti nel fatturato. L’unico aumento significativo è arrivato dai ricavi da stadio e quindi dai suoi tifosi: come presenza media il Milan è all’undicesimo posto in Europa in stagione (la Juve, per dire è al 30.imo). Si deve ammettere che è stato un anno perso o sono state poste le basi per il futuro? E come? E quali sono gli obiettivi del piano industriale, se ne è stato redatto uno?

Maldini sceglierà l’allenatore? Possiamo avanzare qualche dubbio sull’offerta avanzata da Gazidis a Maldini come capo del progetto tecnico? Del resto, li ha avanzati lo stesso Maldini: “Entro il fine settimana definiamo, ma bisogna vedere tutto e le cose vanno raccontate bene”, ha dichiarato questa mattina l’ex campione rossonero. Anche in questo caso, Gazidis è stato intelligente: gli ha proposto “un ruolo centrale e importante”, di fatto il responsabile “dell’area tecnica”. Ma è anche vero che non sarà completamente autonomo: “Si lavora in gruppo, avrà uno staff all’altezza”. In pratica, se Maldini se ne va andrà lo avrà deciso lui, i tifosi poi non potranno lamentarsi con Elliott che esclude le bandiere e farà arrivare professionista dal resto d’Europa.