Regola multiproprietà: cosa dice la Uefa. I precedenti dimostrano che (in qualche modo) 'si può'

Regola multiproprietà: cosa dice la Uefa. I precedenti dimostrano che (in qualche modo) 'si può'MilanNews.it
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giovedì 7 marzo 2024, 10:30News
di Antonello Gioia

Si riporta di seguito la trascrizione integrale dell'articolo 5 del Regolamento UEFA, il quale detta le condizioni per cui mantenere l'integrità delle competizioni anche in caso di club che condividano la stessa proprietà (la cosiddetta "multiproprietà"), corredata da alcuni esempi pratici e casi precedenti.

ARTICOLO 5 - INTEGRITY OF COMPETITION / MULTI-CLUB OWNERSHIP

5.01
Per garantire l'integrità delle competizioni UEFA per club (ovvero UEFA Champions League, UEFA Europa League e UEFA Europa Conference League), si applicano i seguenti criteri:

a. Nessun club partecipante a una competizione per club UEFA può, direttamente o indirettamente:

    a1. detenere o negoziare titoli o azioni di qualsiasi altro club partecipante a una competizione per club UEFA;

    a2. essere membro di qualsiasi altro club che partecipa a una competizione per club UEFA;

    a3. essere coinvolto a qualsiasi titolo nella gestione, amministrazione e/o prestazione sportiva di qualsiasi altro club partecipante a una competizione per club UEFA;

    a4.  non hanno alcun potere nella gestione, amministrazione e/o prestazione sportiva di qualsiasi altro club partecipante ad una competizione per club UEFA.

b. Nessuno può essere coinvolto contemporaneamente, direttamente o indirettamente, a qualsiasi titolo, nella gestione, amministrazione e/o prestazione sportiva di più di un club partecipante ad una competizione per club UEFA.

c. Nessuna persona fisica o giuridica può avere controllo o influenza su più di un club partecipante a una competizione per club UEFA, tale controllo o influenza viene definito in questo contesto come:

    c1. detenere la maggioranza dei diritti di voto degli azionisti;

    c2. avere il diritto di nominare o rimuovere la maggioranza dei membri dell'organo amministrativo, direttivo o di vigilanza del club;

    c3. essere un azionista e controllare da solo la maggioranza dei diritti di voto degli azionisti in virtù di un accordo stipulato con altri azionisti del club;

    c4. poter esercitare con qualsiasi mezzo un'influenza decisiva nelle decisioni del club.

5.02
Se due o più club non soddisfano i criteri volti a garantire l'integrità della competizione, solo uno di essi può essere ammesso a una competizione per club UEFA, in conformità con i seguenti criteri (applicabili in ordine decrescente):

    a. il club che si qualifica per merito sportivo alla competizione per club UEFA più prestigiosa (ovvero, in ordine decrescente: UEFA Champions League, UEFA Europa League o UEFA Europa Conference League);

    b. il club che si è classificato al primo posto nel campionato nazionale e che dà accesso alla relativa competizione per club UEFA;

    c. il club la cui associazione si trova al primo posto nell'elenco di accesso (CLICCA QUI per la tabella)

5.03
I club non ammessi verranno sostituite ai sensi del paragrafo 4.09 (La squadra non ammessa alla competizione viene sostituita dalla seconda squadra meglio classificata nel massimo campionato nazionale della stessa federazione, a condizione che la nuova squadra soddisfi i criteri di ammissione. In questo caso l'elenco di accesso viene adeguato di conseguenza)

5.04
Questo articolo non si applica se uno dei casi elencati al paragrafo 5.01 si verifica tra un club direttamente qualificato alla fase a gironi della UEFA Champions League e uno qualificato a qualsiasi fase della UEFA Europa Conference League.

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IL CASO MILAN-TOLOSA

Tale regolamento è stato preso in esame più volte negli ultimi anni dalla Prima Sezione dell’Organo di Controllo Finanziario per Club UEFA (Prima Sezione CFCB), a causa di un potenziale conflitto con la regola sulla proprietà multi-club prevista dall’articolo 5 del regolamento delle competizioni UEFA per i seguenti club:

- Aston Villa FC (ENG) e Vitória Sport Clube (POR);

- Brighton & Hove Albion FC (ENG) e Royal Union Saint-Gilloise (BEL); E

- AC Milan (ITA) e Tolosa FC (FRA).

Come riportato dal comunicato Uefa del 7 luglio 2023, Milan e Tolosa hanno potuto disputare entrambe le competizioni europee in primis grazie alle dimissioni di Gerry Cardinale e di altri tre membri di Red Bird dal CdA del club francese.

Nel dettaglio, ecco le condizioni per cui Milan e Tolosa hanno ottenuto il via libera per giocare in Champions League e in Europa League:

- significativa riduzione della partecipazione azionaria degli investitori in uno dei club, o trasferimento del controllo effettivo e del processo decisionale di uno dei club a un soggetto indipendente;

- restrizioni significative nella capacità di fornire finanziamenti a più di un club;

- nessuna rappresentanza nel consiglio di amministrazione e nessuna capacità di nominare direttamente nuovi consiglieri nel consiglio di più di un club;

- nessuna possibilità di partecipare all’assemblea generale o possibilità di partecipare a decisioni chiave come l’approvazione dei bilanci di più di un club;

- nessuna possibilità di esercitare il controllo su più di un club a livello del consiglio di amministrazione o delle loro assemblee generali attraverso diritti di veto o accordi contrattuali stipulati con altri azionisti.

Inoltre, come ulteriore prova della loro indipendenza, tutti i club interessati hanno accettato le seguenti condizioni:

- I club non si trasferiranno tra loro i giocatori, a titolo definitivo o in prestito, direttamente o indirettamente, fino a settembre 2024;

- I club non stipuleranno alcun tipo di cooperazione, accordi tecnici o commerciali congiunti;

- I club non utilizzeranno scouting congiunto o database dei giocatori.

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In sostanza: il regolamento Uefa sulle multiproprietà è certamente articolato e dettagliato, ma, vista la crescente mole di casi del genere, vi è un organo predisposto alla valutazione dei singoli casi; i precedenti, tra l'altro, dimostrano che, con una serie di tempestivi aggiustamenti burocratici, è possibile far sì che due club che condividono in maniera più o meno evidente la stessa proprietà (Lipsia e Salisburgo, Brighton e USG, presto anche Manchester City e Girona) possano in qualche modo coesistere in competizioni Uefa.

IL CASO CITY-GIRONA

Proprio il caso di Manchester City e Girona, che sono sotto l'egida del City Group e potrebbero trovarsi entrambe in Champions nella prossima stagione, potrebbe fare giurisprudenza; nel novembre 2023, il fratello di Guardiola, presente nel CdA del club spagnolo, ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport quanto segue: "Non credo ci saranno problemi per la Champions tra Girona e City. Le regole della Uefa sono chiare, bisogna fare qualche aggiustamento ma non ci sarà nessun problema".

UN PRECEDENTE: BRIGHTON E UNION SAINT-GILLOISE

Alex Muzio, attuale patron dell'Union Saint-Gilloise, ha comunicato quanto segue nel luglio 2023 per spiegare i cambiamenti in seno al board del club belga per la questione multiproprietà di Tony Bloom tra lo stesso Union Saint-Gilloise e gli inglesi del Brighton: "Sono diventato - si legge - il proprietario di maggioranza della Union, aumentando il mio investimento nel club, con la quota di proprietà di Tony nel club ridotta a una quota di minoranza".