Schianchi: "Motiva e martella: lo strano addio di Pioli"

Sulle colonne della Gazzetta dello Sport, Andrea Schianchi ha commentato così il lavoro di Stefano Pioli: "Stefano Pioli sa bene che la sua lettera di licenziamento è stata firmata da tempo e gli verrà consegnata alla fine della stagione e sa pure che gli 'osanna' del momento si trasformeranno in critiche al primo scivolone. Tuttavia c’è una cosa che lo rende orgoglioso, ed è il modo in cui ha affrontato (e attraversato) questo momentaccio. Non è semplice superare il cancello di Milanello, parcheggiare la macchina, entrare nello spogliatoio e presentarsi ai giocatori da allenatore delegittimato. Lui, però, pur delegittimato e pur avendo dovuto leggere cose e segreti che nessuno gli aveva rivelato, ha sopportato il dolore e ha avuto la forza di andare oltre.
Durante il periodo del lockdown probabilmente non ha ricevuto nemmeno una telefonata dall’a.d. Gazidis, e siccome non è un professionista alle prime armi ha capito l’aria che tirava. Ma non si è attaccato a quest’alibi e, come un martello, anche mentre stava chiuso nella sua casa di Parma, ha continuato a programmare la ripresa della preparazione, ha chiamato i suoi giocatori, li ha motivati via smartphone e ha creato quell’empatia che, adesso, è alla base della rinascita".
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