Serafini sull'episodio Reina-Donnarumma: "Una risata può starci. Vedersi negli spogliatoi sarebbe stata la perfezione"

Serafini sull'episodio Reina-Donnarumma: "Una risata può starci. Vedersi negli spogliatoi sarebbe stata la perfezione"MilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 27 aprile 2021, 19:24News
di Pietro Andrigo

Intervenuto sulle colonne di 'Altro Pensiero' il giornalista rossonero Luca Serafini ha commentato l'episodio del finale di partita tra Donnarumma e Reina. Questa la sua riflessione: "Nell’ottobre del 2012 ero abbracciato a mia sorella sul sagrato della chiesa milanese dove, di lì a poco, si sarebbe celebrato il funerale della mamma. Avevamo trasportato il feretro dalla camera mortuaria in zona San Siro fino al centro di Milano. Ci avvicinò un amico e ci disse: “Amava tanto viaggiare, s’è fatta anche quest’ultima passeggiata…”. E aggiunse: “Magari avrà benedetto anche il vostro Milan passando davanti allo stadio”.

Ridemmo nervosamente e quell’immagine fu immortalata sul cellulare di un’altra persona: ritraeva me e mia sorella che ridevamo a fianco del carro funebre, ancora con la bara della mamma in attesa di essere portata in chiesa. L’attinenza di questo episodio con la risata di Gigio Donnarumma al termine di Lazio-Milan, lunedì sera, dove sta? Penso alla reazione di un parente o di un amico lontani che abbiano visto quella foto, senza sapere. Non ci avrebbe massacrato sui social come i tifosi stanno facendo in queste ore col portiere rossonero, ma di sicuro sarebbero rimasti perplessi.

Ricostruiamo i fatti. Donnarumma è capitano della squadra, sconfitta 3-0 all’Olimpico e scivolata in due partite dal 2° al 5° posto in classifica, avendo perso anche la precedente partita in casa con il Sassuolo. Uscendo dal campo ha incontrato José Manuel “Pepe” Reina, portiere della Lazio che dall’estate 2018 al gennaio 2020 ha militato nel Milan, allevando proprio Donnarumma. Pepe deve avergli fatto una battuta, detto qualcosa: la risata di Gigio è prolungata e quasi isterica, così come appare nelle immagini. I tifosi hanno le loro ragioni: non era davvero nella condizione di poter ridere. Per di più, e questo pesa immensamente sulla montagna di melma che gli stanno rovesciando addosso, Donnarumma sta sciabolando da mesi con il Milan sulla pedana del rinnovo contrattuale. Ha 21 anni, già più di 200 presenze in serie A con quella maglia, quasi 30 in Nazionale, prende 7 milioni a stagione, gliene hanno offerti 8 più bonus e lui temporeggia? Inaudito.

Siamo tutti omosessuali con il sedere degli altri, specie se travolti dalla fede calcistica che ancora – almeno tra i tifosi – è aggrappata a valori, senso di appartenenza, fedeltà, rispetto, che per il resto nel mondo del pallone latitano ad ogni livello. Quindi il tifoso pretende che il suo campione, la sua bandiera, il suo beniamino pensi, parli e si comporti come il tifoso stesso vorrebbe. Senza retorica, una risata isterica anche dopo un dramma, umano o sportivo, può scapparci. Sorridere o semplicemente scuotere il capo sarebbe stato meglio, evitare l’incontro in campo e vedersi negli spogliatoi sarebbe stata invece la perfezione. Ma non siamo tutti uguali, non ci comportiamo a seconda della fama, dello stipendio e del ruolo pubblico che abbiamo. Specie a 21 anni, anche se a quell’età si è comunque abbastanza maturi per poter decidere.

Sono scelte. Poi, come sempre, se ne pagano le conseguenze. Anche quelle tribali, minacciose e volgari che oggi transitano senza filtro dai cellulari e ti arrivano addosso con la violenza di un pugno.