Cardinale a FT: "Nuovo stadio? Mi piace essere indipendente. L'Inter sta pensando al proprio futuro, noi pensiamo a cos'è meglio per noi"

Cardinale a FT: "Nuovo stadio? Mi piace essere indipendente. L'Inter sta pensando al proprio futuro, noi pensiamo a cos'è meglio per noi"MilanNews.it
giovedì 2 marzo 2023, 19:53Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

Gerry Cardinale, fondatore e managing partner di RedBird Capital Partners e proprietario dell’AC Milan, è stato invitato a partecipare alla quinta edizione del “The Business of Football Summit” a Londra, importante evento organizzato dal Financial Times. Questo il suo intervento integrale sul palco, intervistato da James Fontanella-Khan:

Sul nuovo stadio: Quando guardi al brand del Milan e guardi a dove dovrebbe essere la Serie A, dove tutti e 20 i proprietari delle squadre di Serie A dovrebbero essere, un’area che non è utilizzata e che non è sfruttata a dovere per portare eventi ai fan. Dovrebbero avere accesso ad una struttura “world class”. Stiamo valutando diversi siti per costruire il nuovo stadio, inclusa un’area vicino San Siro, per capire cos’è possibile fare. Lo stiamo facendo insieme al Municipio di Milano e alla Regione Lombardia. Devo dare credito a LeBron James che mi ha detto che mancava un pezzo alla mia visione (Sport e media, ndr), ed è la cultura. Negli USA la cultura è “urban”, in Italia è “fashion”. Siamo a Milano e non possiamo portare uno degli spettacoli di Live Nation, uno dei nostri partner, ai tifosi e agli appassionati perché non c’è dove farlo. Non possiamo portare altre forme di spettacolo alla community”.

San Siro al momento quindi non vi permette di fare tutto quello che avete in mente? “San Siro è stato costruito nel 1926 e ristrutturato nel corso degli anni. Voglio dire che vogliamo che il Milan e la Serie A tornino ai livelli top, dove io credo che meritino di stare, bisogna fare un debrief a 360 gradi. E per tornare al top c’è bisogno delle infrastrutture. Voglio dare ai nostri tifosi un prodotto al top. Vedremo se riusciremo a trovare la giusta opportunità. Deve però funzionare per i tifosi, per l’Amministrazione del Comune di Milano e per la Regione Lombardia, per la Serie A, oltre che per noi”

Sul condividere lo stadio con l’Inter: “Abbiamo le esperienze con lo Yankees Stadium, il Dallas Cowboys Stadium. Abbiamo esperienza nel costruire stadi e nel differenziare le varie entrate da questo tipo di infrastruttura. Sono un grande sostenitore dell’essere indipendenti, ma al momento non c’è niente che escludiamo a prescindere. Però sai, penso che l’Inter al momento sia pensando a quello che sarà il loro futuro e noi ci concentriamo sul nostro e quale può essere la migliore soluzione per noi”.

Sul fondo Elliott: "Ho grande rispetto per i Singer, non li conoscevo prima. Sono rimasto impressionato per quello che hanno fatto in quattro anni, anche perché non avevano esperienza nello sport. Sono uno dei fondi più strutturati nel mondo. Uno dei punti del business plan è la continuità con Elliott, RedBird ha il 100% delle quote. Per andare avanti e arrivare al prossimo step abbiamo preso due top manager che arrivano da Elliott ma che si sono offerti loro alzando la mano e parlo di Furlani, che sostituisce Ivan Gazidis che ha fatto grande lavoro, come AD e di Cocirio come CFO. Non è qualcosa che mi riguarda, ho manager talentuosi intorno a me. Ci sono persone che arrivano nello sport a pistole spianate. Non dico a Pioli chi mettere in campo. Non è “rocket science”, non curiamo il cancro, ma bisogna fare le cose per bene. Noi sfruttiamo i dati, credo che il modo in cui li usiamo sia diverso dal solito. Si tratta di efficienza in termini di gol, e di come i giocatori si posizionano per aumentare il loro impatto sulle possibilità di fare gol".

Sul modus operandi nel calciomercato: "Sono entrato nello sport con George Steinbrenner (patron degli Yankees dal 1973 alla morte nel 2010, ndr), ho imparato molto. Il vero segreto è che non puoi comprare i campionati. Il nostro lavoro è ridurre la parte di imprevedibilità per performare sempre e il valore del club cresce. Tutti vogliono vincere, ma se vincesse sempre lo stesso anche per l’ecosistema cosa succederebbe? Io voglio che tutti competano. Quello che puoi controllare è la costanza e questo è quello che cambia tutto".

Sulla Superlega: "Il progetto è fallito e non c’è motivo di parlarne. Il punto è che bisogna però capire il perché era stato proposto, c’è una divergenza tra Inghilterra e il resto dell’Europa. La Superlega era stata strutturata male ma mettere equilibrio competitito è una cosa giusta. Io voglio che tutta Serie A sia competitiva, la domanda è come farlo: se la Serie A mette le sue cose in ordine insieme a Liga e Ligue 1 può collaborare per fare cose per bene".

Sul perché non è ogni domenica allo stadio: "Non si tratta di me. "Personalized ownership" non ha senso per me. Se ognuno fa il suo lavoro avremo successo: ma tutti devono fare il proprio lavoro. Dobbiamo portare una team mentality. Sono al telefono ogni giorno con il mio managing team, mi sveglio con questo pensiero e mi addormento con questo pensiero. Farmi vedere non cambia, il mio compito è portare le risorse per competere. Nessuno è più competitivo di me, vorrei vincere Scudetto e Champions ogni anno, ma non possiamo controllare tutto ed è uno sforzo di gruppo, non solo mio".

Sul suo modo di fare business:  "Abbiamo investito nello sport per oltre 20 anni, il nostro business è sempre stato quello dello sport, dagli Yankees in poi. Cinque anni fa è iniziato il nostro viaggio nel calcio europeo. Grande credito a Billy Beane che mi ha convinto che il calcio europeo sia “Moneyball”, abbiamo l’opportunità per migliorare il nostro business a livello anche digitale», ha esordito a proposito di quello che lo ha convinto a investire sul Milan. Non siamo investitori che arrivano e comprano, tutto riguarda il business plan perché in tanti hanno i soldi. Il Milan è uno dei più grandi brand in Europa. Il club rossonero non lo conoscevo fino a quattro o cinque anni fa, solo il Real Madrid ha più Champions, una grande opportunità per fare quello che sappiamo fare, portare conoscenze e capitale in un ecosistema migliorato. Come ci differenziamo? C’è stata una bolla sullo sport, non è una novità, quello che ho sentito mi preoccupa un po’. Da quando abbiamo comprato il Milan c’è continuità, con un grande lavoro di Elliott, che ora possiamo portare al prossimo livello. Il nostro modello funziona e lo dimostrano i 20 anni che abbiamo alle spalle. Quando vediamo il Milan notiamo un ecosistema: Serie A, tifosi e città di Milano. Abbiamo una fenomenale fanbase a Milano e in Italia, i tifosi stanno facendo il loro lavoro noi dobbiamo fare il nostro, portare un valore aggiunto".