Cinque assenti o meno, l'allenatore "on fire" batte nettamente il "corto muso"

Dal "Questa di adesso è una Juventus virtuale, ma i giocatori in campo non ci sono. Provate a togliere al Milan (e all’Inter) cinque titolari e vediamo se vanno in difficoltà" al "La squadra ha fatto bene i primi 25 minuti, poi abbiamo iniziato a passare la palla indietro; poi non abbiamo subito praticamente niente, a parte i pali di Leao. Poi abbiamo preso un gol evitabilissimo, così come il secondo". Figuriamoci se invece la Juventus avesse subito qualcosa...
Ironie a parte, visto che ieri sia Milan che Juventus avevano diverse assenze importanti tra le proprie file, quello che si è visto sul prato verde di San Siro è ancora più indicativo di ciò che sono attualmente Milan e Juventus, allenatori compresi. E non è affatto un caso che sia arrivata, finalmente, la prima vittoria di Stefano Pioli su Max Allegri: dopo la brutta sconfitta di Londra, con tanto di ammissione sulla brutta prova offerta a Stamford Bridge, il tecnico rossonero non si appiglia a nessun tipo di alibi e in 48 ore prepara un piano partita che blocca le varie fonti di gioco della Juve e costringe i bianconeri a soffrire.
Sono saltate immediatamente all'occhio le posizioni di Theo e Pobega, con Pioli che al termine del match ha spiegato: "Theo in possesso palla ha giocato da mediano con Bennacer, per lasciare spazi a Leao. L'avevamo preparata così, anche perché la sua condizione non è ancora al 100%. Avevamo preparato ciò per avere due a costruire e due, Tonali a Pobega, a contrastare". Ancora una volta quindi è difficile quantificare con i numeri il modulo e le posizioni dei rossoneri, ma il discorso da fare è su compiti, occupazione degli spazi e movimenti in fase di possesso e non possesso. Questo è stato possibile sia per le belle idee di Pioli, ma anche grazie alla solita disponibilità dei calciatori in campo, dai "fedelissimi" a quelli finora meno utilizzati. Il risultato, oltre il netto 2-0, che sarebbe potuto essere ancora più rotondo se Theo (splendidamente lanciato da De Ketelaere) e Origi avessero scelto il passaggio in mezzo all'area per Rebic, in due occasioni differenti ma molto simili fra di loro. Alla fine ne sono bastati i due gol, anche perché Tatarusanu è stato, per gran parte dei 95 minuti, spettatore non pagante. La vittoria e la prestazione è stata così netta e convincente che non c'è stata neanche la voglia di puntare il dito su alcune scelte di Orsato sinceramente discutibili, sia da una parte che dall'altra.
Il tutto si è svolto nella splendida cornice di un San Siro infuocato, "on fire", come il proprio allenatore: da qualche tempo a questa parte Pioli sta leggendo alla perfezione i big match di Serie A, imbrigliando e sorprendendo il tecnico avversario. Ieri è stato il caso del "corto muso", anche con i cinque assenti.

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