Divock Origi, il parametro (a impatto) zero: il Milan dovrà prendere una scelta

Divock Origi, il parametro (a impatto) zero: il Milan dovrà prendere una sceltaMilanNews.it
© foto di DANIELE MASCOLO
sabato 18 marzo 2023, 12:00Primo Piano
di Redazione MilanNews

Non è mai stato un attaccante da far strappare i capelli, non è quel tipo di giocatore che ti fa saltare sul divano. Ma Divock Origi è arrivato al Milan dopo un’esperienza agrodolce al Liverpool, dove, se è vero che non fosse un titolare nella formazione di Jürgen Klopp, aveva comunque segnato gol pesanti, decisivi e a livelli altissimi: quarti, semifinali e addirittura in finale di Champions League. Forte fisicamente, l’identikit del belga classe 1995 è quello di un attaccante utile e funzionale, che nel Merseyside rosso ha arricchito le proprie specificità in impostazione e rifinitura.

SOTTO LE ASPETTATIVE

Arrivato al Milan già acciaccato, Divock Origi ha iniziato più tardi degli altri l’inserimento nel gruppo e negli schemi di mister Pioli. Tuttavia, le premesse erano quelle importanti: con Ibrahimovic infortunato fino a fine febbraio, con un Lazetic considerato troppo acerbo (al punto da essere ceduto in prestito a gennaio) e con un Giroud che a 36 anni nelle gerarchie partiva come il titolare, con un Mondiale e “la solita” Champions League in mezzo alla stagione, Origi aveva tutte le più rosee aspettative riguardo la sua avventura in rossonero. Magari iniziando alternandosi con il 9 francese, per poi conquistarsi una titolarità che avrebbe saputo di ricambio generazionale, ma che non è mai avvenuto: tanti infortuni (ben 52 i giorni di indisponibilità da agosto ad oggi) e un impiego, nel minutaggio concessogli da Pioli, mai convincente. Con un bottino di 2 gol e 1 assist in stagione (1 gol e 1 assist nel 4-1 sul Monza, segnando sul 2-0, e gol ininfluente nella sconfitta per 2-5 contro il Sassuolo), l’apporto del centravanti belga è stato sostanzialmente ininfluente. Un rendimento troppo al di sotto delle aspettative per pensare che Maldini e Massara non ci riflettano su, anche perché il reparto offensivo, se vede in Giroud l’unica certezza a livello fisico e realizzativo, ha in Zlatan Ibrahimovic un’altra bella gatta da pelare: rinnovo sì o rinnovo no? Di certo ciò che accadrà al parco attaccanti rossonero sarà fortemente influenzato da quello che verrà deciso di fare con Divock Origi.

PROSPETTIVE FUTURE

Il Milan, nelle figure di Paolo Maldini e Frederic Massara, ha più volte confermato quanto ci tengano ai ragazzi del settore giovanile e quanto ci vogliano puntare nel futuro. Sicuramente c’è da vedere e capire quanto vicino sia il futuro che hanno in mente i dirigenti dell’area sportiva rossonera, ma con Marko Lazetic (più volte incensato) e soprattutto Lorenzo Colombo (quest’anno in grande spolvero a Lecce), il centravanti del Belgio non è così sicuro della conferma nel progetto rossonero. A ciò, aggiungiamoci anche Francesco Camarda, classe 2008 (e 15 anni ancora da compiere) ma già parte della Primavera di Ignazio Abate, con la quale ha pure già segnato. Nelle giovanili del Milan ha totalizzato poco più di 100 presenze, segnando oltre 500 gol: numeri che vanno contestualizzati al calcio giovanile, ma che rendono l’idea di un attaccante dalle altissime potenzialità e che presto potrebbe bruciare le tappe e ritagliarsi un posto in Prima squadra. Divock Origi è avvertito, ma probabilmente già lo sa: il suo futuro al Milan passa tutto per questo finale di stagione, nel quale può ancora dimostrare di essere quel valore aggiunto che finora non è stato e ritardare, almeno per un po’, l’ascesa al trono dei giovani bomber made in Milan.

di Luca Vendrame