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Carmignani: "Ibra e Piatek potrebbero coesistere. Fiducia a Pioli, lo conosco bene"

ESCLUSIVA MN - Carmignani: "Ibra e Piatek potrebbero coesistere. Fiducia a Pioli, lo conosco bene"MilanNews.it
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giovedì 5 dicembre 2019, 17:30Primo Piano
di Salvatore Trovato

La redazione di MilanNews.it ha intervistato Pietro Carmignani, ex preparatore dei portieri nonché viceallenatore rossonero sempre con Arrigo Sacchi in panchina. Con lui abbiamo parlato di possibile arrivo di Ibrahimovic, del futuro di Pioli e della prossima gara contro il Bologna.

La domanda è scontata, ma necessaria: lei è favorevole al ritorno di Ibra?

"Per il personaggio, per l’uomo-spogliatoio, sicuramente sì, perché il carattere rimane anche con il passare degli anni. Però bisogna vedere fisicamente come sta. Conoscendo Ibra, credo che se viene a giocare al Milan, o comunque in Italia, sicuramente sta bene. Tutto sommato, pur non sapendo esattamente com’è la situazione, sono favorevole. Perché credo che potrebbe dare una mano e una spinta a una squadra che è già in progresso da quando è arrivato Pioli".

I tifosi non hanno dubbi. Al di là dell’aspetto tecnico, l’arrivo dello svedese dare una scossa a tutto l’ambiente.

"È quello che penso anch’io. Se Ibra si mette in gioco lo fa sapendo cosa va ad affrontare. Il suo ritorno al Milan sarebbe osannato, appunto per questo si dà tanto al giocatore ma il giocatore dovrà poi dare tanto alla squadra. Credo che avrà analizzato le cose e sa che, venendo a Milano, dovrà star bene fisicamente, impegnarsi al massimo e fare le cose che sa fare, che sono tante".

L’eventuale ingaggio di Ibrahimovic potrebbe complicare ulteriormente la posizione di Piatek. Cos’è successo al polacco?

"Non lo so. Era una macchina da gol e, secondo me, lo è ancora. Si sarà inceppato. Pioli e il suo staff sapranno trovare gli aggiustamenti. Chi ha saputo fare tanto non l’ha fatto per caso. Come uomo-gol c’è. È un periodo negativo, in cui tutto gli gira storto. Forse prima gli è andato tutto per il verso giusto. Ma il giocatore c’è e credo che alla lunga lo ritroveremo".

Con Ibra, però, lo spazio per il pistolero si ridurrebbe.

"Dipende dal modulo che eventualmente Pioli metterà in campo. Se vuole giocare con una punta centrale e due ali è logico che serve un solo attaccante. Se invece vuole giocare, ad esempio, con un 4-4-2 allora serve il doppio centravanti. Si pesterebbero i piedi? Non credo, perché Ibra sa giocare anche fuori dall’area di rigore. Credo che potrebbero coesistere, ma dipende dal sistema di gioco".

Pioli può finalmente contare su Bonaventura. Quanto è importante Jack per questa squadra?

"È mancato molto al Milan. È un giocatore che, oltre ad avere grandi qualità tecniche, ha doti fisiche e caratteriali. È un maratoneta, uno che corre, sa darti la palla e va al tiro. È un calciatore duttile, che può giocare in più ruoli. Attraverso il lavoro, ma anche grazie al recupero di Bonaventura, il Milan è migliorato nel gioco".

Con Pioli sono arrivate appena due vittorie, ma il rendimento del Milan è cresciuto notevolmente. È d’accordo?

"Io guardo le prestazioni. Il risultato è una cosa, la prestazione è un’altra. Anche nelle partite in cui si è perso, come con la Lazio, la squadra è stata in campo. E c’è stata bene. Quando c’è la prestazione può anche non venire un risultato, ma sicuramente verrà la partita successiva. Quando, invece, il risultato arriva senza la prestazione, è un risultato “ballerino”. Non do nessuna colpa a Giampaolo, che ha i suoi sistemi: io li conosco in parte, mentre conosco molto bene i sistemi di Pioli per averci vissuto vicino quando era a Parma. Posso dire che è un allenatore bravo e che, nonostante abbia allenato ottime squadre, ha avuto meno di quello che avrà alla fine della sua carriera".

Il futuro al Milan di Pioli non è certo. Secondo lei, non sarebbe meglio puntare su questo allenatore anche per il prossimo anno?

"Sono d’accordo. Visto quello che sta facendo, gli darei la possibilità non solo di cominciare la stagione ma di poter dire la sua fornendo indicazioni precise sulle caratteristiche dei giocatori da prendere, per poter formare una squadra come lui intende. Sì, gli darei fiducia".

La zona Champions è ormai lontana, ma un piazzamento europeo è comunque possibile?

"Io ci credo. Perché i tre punti sono tanta cosa. Basta fare un filotto di tre-quattro partite per ritrovarsi là".

Dopo Parma, un’altra trasferta difficilissima: che partita si aspetta a Bologna?

"È una partita del cuore. Noi siamo un po’ milanisti, quindi il nostro cuore è rossonero, ma come si fa, in questo momento, a non amare un Bologna che ha un allenatore così uomo e così forte da aiutare con le sue parole quelli che sono più deboli. E non parlo solo di calcio, ma della vita in generale. Con la vittoria di Napoli il Bologna ha ritrovato smalto e fiducia. Sarà una gara sicuramente difficile, molto impegnativa, ma confido nel nuovo modo di giocare e, soprattutto, nel modo di fare la prestazione di questo Milan".

In estate ricominceranno le solite voci sull’addio di Donnarumma. Secondo lei, un Milan che vuole tornare grande deve ripartire da Gigio?

"Io sicuramente direi di sì. Donnarumma è un portiere che per quindici anni, forse anche di più, sarà il numero uno, non solo in Europa ma nel mondo. Però non conosco gli aspetti finanziari. Si parla tanto della possibilità, quando vendi un giovane, di incamerare i soldi che servono al bilancio, come è stato fatto con Cutrone. Ma ovviamente, da un punto di vista tecnico, Donnarumma non lo venderei mai".

Di Alessandro Plizzari cosa ne pensa?

"Ci sono sicuramente sono dei portieri che potrebbero un domani sostituire Donnarumma. Il Milan ha un ottima scuola, Plizzari potrebbe essere un giocatore importante. Ma la certezza, in questo momento, è Donnarumma".