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F. Galli: "Gattuso giudicato per una partita? Dispiace, ma è il calcio. E sul futuro di Leonardo..."

ESCLUSIVA MN - F. Galli: "Gattuso giudicato per una partita? Dispiace, ma è il calcio. E sul futuro di Leonardo..." MilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 24 maggio 2019, 16:30ESCLUSIVE MN
di Thomas Rolfi

Nel giorno del 30° anniversario di Steaua Bucarest-Milan 0-4 nella finale di Coppa dei Campioni, la redazione di MilanNews.it ha contattato Filippo Galli, in campo in quella partita da subentrato. Con l'ex responsabile del settore giovanile rossonero, oltre a tornare indietro con la memoria a quella gara storica, abbiamo parlato anche del presente e del futuro del club di via Aldo Rossi.

A proposito della finale del 24 maggio 1989, ci fu una fiumana di tifosi del Milan grande che vi accompagnò fino al Camp Nou e Sacchi racconta che ad un certo punto si alzò in piedi sul pullman verso di voi e disse: 'Se non vinciamo la Coppa glielo dite voi a loro'. Ricorda questa battuta?
"Non la ricordo, sinceramente. Forse eravamo già troppo concentrati sulla partita. La cosa impressionante fu la marea di gente che ci accompagnò dall'hotel di Barcellona fino al Camp Nou e che non permetteva al pullman di procedere e poi, ovviamente, lo stadio completamente a tinte rossonere che ci accolse come fossimo a San Siro. Poi il campo ci diede ragione nettamente, quella era una squadra che aveva una grande consapevolezza della propria forza".

Dopo quella vittoria vi siete resi conto che poteva iniziare un ciclo di successi anche in Europa e nel mondo?
"C'era la consapevolezza di essere forti, con una cultura del lavoro unica, oltre a dei grandi valori tecnici. Poi tutto veniva quasi di conseguenza. C'era un'insieme di elementi, poi, che ebbero un ruolo fondamentale: c'era un allenatore che aveva portato nuovi metodologie di lavoro, un nuovo modo di pensare il calcio in Italia, una società organizzata ed una dirigenza che arrivava da una realtà aziendale. C'erano tutti gli elementi per fare bene. Non c'era, ovviamente, nessuna certezza di arrivare in cima al mondo, come aveva previsto il presidente Berlusconi, anche se era nelle nostre intenzioni".

Passando al Milan attuale, invece, se vuole centrare la qualificazione per la prossima Champions, dovrà battere la SPAL e sperare in almeno un risultato favorevole tra Inter-Empoli e Atalanta-Sassuolo. Ci crede?
"E' chiaro che io speri che o Inter o Atalanta possano lasciare dei punti domenica, perchè entrambi hanno partite complicate. L'Inter gioca contro l'Empoli, che può giocarsi ancora la permanenza in Serie A, mentre l'Atalanta gioca contro il Sassuolo, che so che non si scanserà, perchè abbiamo già visto onorare la partita contro la Roma, pareggiandola, nonostante non avesse più molto da dire in classifica. Paghiamo una sorta di black out di risultati e di prestazioni ottenute in un certo momento della stagione quando ormai sembrava che il posto in Champions fosse nostro".

Non trova che, sia nel bene che nel male, sia riduttivo giudicare il lavoro di un allenatore solamente in base all'ultima giornata?
"E' riduttivo, però fa parte del calcio professionistico. Dispiace che sia così, però non è detto che, anche qualora il Milan non dovesse centrare il quarto posto, l'allenatore venga sacrificato. Credo che ci siano ancora dei margini per poter tenere l'allenatore. La squadra ha dimostrato sempre di essere con lui e ha gestito bene alcuni momenti difficili, come ad esempio il caso tra Kessie e Biglia nel derby. Purtroppo un allenatore si giudica per i risultati, non dovrebbe essere così nei giovani ma succede comunque, purtroppo, anche nel settore giovanile. Figuriamoci nel calcio professionistico. Credo che la società e chi di dovere, una volta terminata la stagione, si possano sedere e valutare con sufficiente serenità la decisione da prendere sul tecnico".

Quello che sembra già segnato, invece, pare essere il futuro di Leonardo.
"Non lo so e, sinceramente, non mi interessa. Sarà una scelta che verrà fatta da Gazidis, penso. Mi sembra che in questo momento sia lui ad avere il potere decisionale, conferitogli da Elliott".

In caso di addio di Leonardo e di Gattuso, il Milan ripartirebbe nuovamente da un progetto ex novo. Non rischia di essere deleterio per un club il fatto di non avere continuità da questo punto di vista?
"E' chiaro che potrebbe valere lo stesso discorso fatto per l'allenatore. Però le decisioni in qualche modo vanno prese. Se si decidesse, ad esempio, che l'allenatore abbia fatto un buon lavoro, considerando la squadra a disposizione, pur non riuscendo a centrare l'obiettivo, vuol dire che magari la squadra non è all'altezza. Credo che chi dovrà prendere le decisioni dovrà prendere in considerazione tutto e non sarà facile".