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G. Galli: "Voci su Gigio non provengono dal giocatore. Ibra? Migliora tutti"

ESCLUSIVA MN - G. Galli: "Voci su Gigio non provengono dal giocatore. Ibra? Migliora tutti"MilanNews.it
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
lunedì 18 novembre 2019, 17:30ESCLUSIVE MN
di Thomas Rolfi

La redazione di MilanNews.it ha contattato Giovanni Galli. Con l'ex portiere del Milan abbiamo parlato di questa deludente prima parte di campionato dei rossoneri, delle ambizioni della squadra allenata da Pioli, di Donnarumma e di cosa significherebbe l'eventuale ritorno di Ibrahimovic al Diavolo.

Si aspettava un inizio così difficoltoso del Milan, visti i continui cambi in società, nella dirigenza e in panchina?
"Giampaolo non aveva la bacchetta magica, così come non ce l'ha ora Pioli. Non so se fosse preventivabile all'inizio, però le difficoltà dovevano essere considerate. C'era da mettere insieme un gruppo di giocatori che era frutto di quattro direzioni sportive diverse: quella di Galliani, quella di Fassone e Mirabelli, quella di Leonardo e ora quella di Boban e Maldini. Quando le idee di calcio non combaciano, a volte si possono trovare dei giocatori che sono sì importanti, ma in un contesto diverso da quello inizialmente preventivato e quindi non rendono. Pioli lo conosco molto bene per i suoi trascorsi alla Fiorentina: è un uomo esperto, ha lavorato già su piazze importanti, sa entrare in sintonia con il gruppo e penso che possa dare il proprio contributo. Cosa che sta facendo, però ci vuole tempo e lavoro. Non è stato avvantaggiato dal fatto che la sosta gli abbia portato via dei giocatori, però il Milan continuo a ritenerla una squadra forte".

Dove può arrivare questo Milan?
"Non so che classifica possa valere, anche perchè mancano 26 giornate alla fine del campionato. Non lotterà per vincere lo Scudetto, ma con le altre penso che se la possa giocare per tutti i traguardi. Champions ancora possibile? Non voglio illudere nessuno assolutamente, però con così tante partite davanti tutto è possibile. Certo, bisogna cominciare ad avere una propria identità e portare a casa dei risultati".

Tornano a soffiare forti le voci di un nuovo possibile interessamento della Juventus per Gigio Donnarumma: nel calcio moderno c'è ancora spazio per la bandiere?
"Giocare nel Milan è un privilegio. Se, poi, si ritiene che il privilegio non sia pari al proprio valore, è un altro discorso. Quando io arrivai al Milan, i rossoneri arrivavano da delle classifiche mediocri. Sono stato fortunato perchè sono entrato in un gruppo straordinario, ma non è che ritenessi il Milan una seconda scelta. In quel momento lasciavo casa mia, la Fiorentina - che era una famiglia per me - per andare a giocarmi delle chance in un club che per me era il migliore del mondo, nonostante non vincesse lo Scudetto da 10 anni. Se i giocatori sono prigionieri delle idee dei procuratori è logico che le bandiere non esisteranno più, ma se hai la forza - e mi sembra che in un recente passato Donnarumma l'abbia avuta questa forza - per far valere ciò che senti, allora ci sarà ancora spazio. Donnarumma poteva andarsene dal Milan già nel 2017, ma decise di restare. Tutte queste voci reiterate che lo accostano a distanza di tempo una volta al Real Madrid, una volta alla Juventus, una volta al Paris Saint-Germain, non vengono certamente fatte circolare dal giocatore o dal Milan, ma immaginiamo chi possa essere a farle girare. Voci che, certamente, non fanno bene al ragazzo".

A proposito di calciomercato, Ibrahimovic sembra essere nuovamente nel mirino del Milan: sarebbe favorevole al ritorno dello svedese anche a 38 anni?
"Ibra è Ibra e lo prenderei in tutte le squadre del mondo, persino a 38 anni: anche se non fa 10 gol, però ti fa crescere tutto il gruppo. E' uno di quei giocatori che con l'esempio, vuoi con le parole o con i fatti, riesce ad alzare il livello di tutti gli altri. Pretende tanto da se stesso, ma anche dagli altri, sia in allenamento che in partita. Tutti i giocatori, perciò, potrebbero crescere da questo punto di vista".