Sabadini: "20 milioni annui per Theo? In Arabia hanno tanti soldi da buttare"

Il Milan saluterà con ogni probabilità Theo Hernandez, con l'offerta araba migliorata e che lo sta facendo tentennare. Il francese ha chiuso l'ultima stagione battendo il record di Paolo Maldini e divenendo il difensore più prolifico dei rossoneri. A proposito di terzini col vizio del gol, Giuseppe Sabadini, 17 reti con i rossoneri dal 1971 al 1978, ci ha detto la sua. Ecco le sue parole a MilanNews.it.
Giuseppe Sabadini, dopo sei anni l'avventura di Theo Hernandez al Milan sta volgendo al capolinea
"Giocatore molto bravo in fase di spinta. E che vede la porta. Ma diciamo che un terzino deve anche pensare alla difesa altrimenti dev'esserci un mediano che deve sempre tamponare la sua parte. Cosa che al Milan non sempre succedeva. E poi il suo ultimo anno al Milan non è stato il massimo e la squadra potrà farne a meno".
L'offerta araba di 20 milioni annui
"Tutto gira intorno ai soldi, troppi soldi. In Arabia evidentemente ne hanno da buttare. Ma così si rovina il calcio, perché produce dei miliardari con l'hobby del pallone. E con quali motivazioni poi giochi, con la pancia piena?".
Rispetto ai suoi tempi, è cambiato completamente lo status dei calciatori professionisti
"Ai miei tempi l'ingaggio bastava per vivere, considerando che tasse e casa le pagavi tu. La differenza la facevano i premi, lì se vincevi svoltavi. Ora guadagni soldi da subito e non bastano mai. Servirebbe un freno".
Con Theo condivide la grande velocità e l'abilità nel segnare. Si rivede nel francese?
"Io ero più veloce, Theo tecnicamente più forte ma io sapevo marcare (ride). Ho segnato meno di Theo ma perché non volevano che andassi troppo in avanti. Pensi, io ero nato ala ma prendevo tanti calci. Così il mio allenatore dell'epoca Fulvio Bernardini decise di arretrarmi. Se avessi avuto la libertà che ha avuto Theo al Milan avrei fatto 50 gol, invece venivo utilizzato anche come centrale o come mediano. Quando potevo mi sganciavo, mi piaceva farlo e ho segnato anche tanto di testa".
Il Milan riparte da Massimiliano Allegri. Le piace?
"Allenatore di carattere ed è importante. Se qualcuno fa il furbino lo mette a posto. E arriva con una reputazione importante, perché ha vinto degli scudetti, e ha esperienza ad alto livello. Spero che Tare gli stia vicino, perché ha bisogno del supporto della dirigenza. Perché la società fin qui è stata assente e lo si è visto secondo me anche in certe partite, dove abbiamo subito dei torti e nessuno si è fatto sentire".
Si riferisce a una partita in particolare?
"La finale di Coppa Italia è un esempio: il Bologna doveva avere due espulsi".
Leao con Allegri può fare il salto di qualità?
"Leao deve mettersi in testa che il suo compito è fare gol. Deve ricordarsi che è un attaccante. Non può stare sempre sulla sinistra e aspettare il pallone. Prenda esempio da chi la palla la butta dentro, che è su tutto il fronte offensivo a creare scompiglio. Leao si piazza invece sempre lì e ti fa una partita buona e tre no. E ormai lo conoscono tutti in Serie A, gli hanno preso le contromisure. E si alleni in certi fondamentali: lo avete mai visto segnare di testa? Io ero un metro e 78 e avrò segnato 14-15 reti di testa, questo perché pur non avendo il fisico mi allenavo duramente per migliorarmi. Anche lui deve fare così, deve allenarsi su determinate cose".

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